Israele, Usa verso costruzione nuova nuova base militare da $500mln al confine con Gaza per ospitare "migliaia di soldati": continua militarizzazione Striscia

Gli Usa costruiranno una base con migliaia di soldati vicino a Gaza, segnando un passo decisivo verso la crescente militarizzazione della Striscia

Dopo il centro militare americano già costruito a Kiryat Gat, gli Usa hanno annunciato di voler erigere un'altra base in Israele, al confine con Gaza, in grado di ospitare "migliaia di soldati della forza di stabilizzazione". Un progetto da 500 milioni di dollari, che promette un altro passo in avanti verso la militarizzazione permanente della Striscia.

Israele, Usa verso costruzione nuova nuova base militare da $500mln al confine con Gaza per ospitare "migliaia di soldati": continua militarizzazione Striscia

Gli Stati Uniti stanno progettando di costruire una grande base militare in Israele, lungo il confine con la Striscia di Gaza, secondo fonti israeliane citate da Shomrim e Ynet. L’installazione, dal costo stimato di circa 500 milioni di dollari, ospiterebbe diverse migliaia di soldati, destinati a sostenere le operazioni internazionali all’interno di Gaza e a garantire il mantenimento del cessate il fuoco.

Il progetto rappresenta un cambiamento significativo nell’approccio degli Stati Uniti nella regione, tradizionalmente poco coinvolti con presenza militare diretta in Israele. “È difficile sovrastimare l’importanza di costruire una base americana sul suolo israeliano”, ha dichiarato un funzionario di sicurezza. “Mostra quanto Washington sia determinata a intervenire direttamente a Gaza e nel conflitto israelo-palestinese”.

Finora, la presenza statunitense era limitata al Cmcc (Civil-Military Coordination Center) a Kiryat Gat, con circa 200 soldati impegnati nel monitoraggio del cessate il fuoco e nella gestione dei rifornimenti umanitari. Durante la guerra, gli Usa avevano anche schierato una batteria missilistica Thaad per proteggere Israele da attacchi iraniani.

La nuova base segna una significativa escalation e, secondo gli analisti, potrebbe ridurre l’autonomia operativa israeliana a Gaza. Già oggi il Cmcc ha assunto un ruolo centrale nella distribuzione degli aiuti umanitari, relegando Cogat (l’organismo israeliano di coordinamento governativo sui territori) a un ruolo marginale. “Lo status di Israele come attore principale nella Striscia è destinato a cambiare”, osserva Michael Milshtein, ex capo della divisione affari palestinesi dell’Idf.

La proposta, già discussa con il governo israeliano e l’Idf, ha iniziato la fase di sopralluogo dei possibili siti. L’iniziativa potrebbe anche innescare dibattiti politici negli Stati Uniti, dove alcuni membri del Partito Repubblicano criticano l’espansione della presenza militare all’estero, soprattutto in un contesto di pressione sul bilancio e stanchezza dell’opinione pubblica verso interventi esterni.

Se realizzata, questa base costituirebbe il primo grande insediamento militare statunitense in Israele e rappresenterebbe l’ennesimo passo verso la crescente militarizzazione della Striscia di Gaza, con Washington e Tel Aviv sempre più integrate nelle operazioni di sicurezza e controllo del territorio.