Accordo Trump-Al Sharaa alla Casa Bianca, a Siria sospese sanzioni per 180 giorni ed entrata in coalizione anti-Isis, in cambio base Usa a Damasco
Sul tavolo anche la ricostruzione del Paese, stimata dalla Banca Mondiale in 216 miliardi di dollari, e la prospettiva di una graduale revoca del Caesar Act, che nel 2019 aveva imposto dure sanzioni contro il regime di Assad e i suoi alleati
Alla Casa Bianca è stato trovato un accordo tra Trump ed Al Sharaa: alla Siria sospese per 180 giorni le sanzioni americane in cambio dell’ingresso di Damasco nella coalizione internazionale anti-Isis e della concessione di una base Usa nei pressi della capitale. La storica intesa segna una svolta nei rapporti tra Washington e Damasco, dopo anni di isolamento e tensioni. La sospensione parziale del Caesar Act, ancora soggetta all’approvazione del Congresso, rappresenta la più significativa apertura americana verso il nuovo presidente siriano ad interim.
Accordo Trump-Al Sharaa alla Casa Bianca, a Siria sospese sanzioni per 180 giorni ed entrata in coalizione anti-Isis, in cambio base Usa a Damasco
Sospensione delle sanzioni per 180 giorni, escluse certe transazioni con Russia e Iran: è l'ultima apertura di credito americana per Ahmad Sharaa, in attesa di una revoca definitiva delle sanzioni del Caesar Act che richiede l'ok del Congresso. Per il presidente siriano ad interim nessuna accoglienza ufficiale al porticato della Casa Bianca né telecamere nello Studio Ovale. Ma la sua è comunque una visita storica, la prima di un capo di Stato siriano a Washington da quando la nazione ha ottenuto l'indipendenza nel 1946.
A renderla ancor più eccezionale è la parabola del nuovo leader siriano, diventato un alleato in giacca e cravatta di quegli Stati Uniti che, quando era il capo della filiale siriana di al Qaeda, lo avevano incarcerato, gli avevano messo una taglia da 10 milioni di dollari e lo avevano sanzionato, inserendolo insieme al suo gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) nella blacklist delle organizzazioni terroristiche.
E forse proprio per evitare ogni imbarazzo Sharaa è stato fatto passare “dalla porta di servizio”, ma l’assenza di cerimoniale non sminuisce la portata politica della visita, che si inserisce nella Realpolitik trumpiana per ridisegnare il Medio Oriente in chiave pragmatica.
Secondo l’inviato americano per la Siria, Tom Barrack, Damasco dovrebbe firmare “un accordo per entrare a far parte della coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Stati Uniti”. In cambio, gli Usa prevedono di stabilire “una base militare vicino a Damasco per coordinare l’aiuto umanitario e osservare gli sviluppi tra Siria e Israele”, come conferma un’altra fonte diplomatica in Siria.
Nel menu dello Studio Ovale anche i negoziati tra le autorità siriane e Israele per un possibile accordo di sicurezza, che prevedrebbe il ritiro israeliano dalle zone meridionali del Paese occupate dopo la caduta di Bashar al-Assad. L’adesione della Siria agli Accordi di Abramo resta per ora prematura, complice la prudenza di Tel Aviv.
Gli Stati Uniti, intanto, consentiranno alla Siria di riaprire la propria ambasciata a Washington: un gesto di distensione che riporta formalmente i rapporti diplomatici a livelli precedenti alla guerra civile.
Washington punta inoltre a fondere le Forze democratiche siriane (SDF), a maggioranza curda, con il nuovo esercito siriano, in un’unica struttura unificata. L’intesa di principio esiste da marzo, ma le tensioni e gli scontri locali ne ostacolano l’attuazione. Sul tavolo anche la ricostruzione del Paese, stimata dalla Banca Mondiale in 216 miliardi di dollari, e la prospettiva di una graduale revoca del Caesar Act, che nel 2019 aveva imposto dure sanzioni contro il regime di Assad e i suoi alleati.
Lo sbarco di Sharaa alla Casa Bianca è stato preceduto da una serie di segnali distensivi: il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha revocato le sanzioni personali contro il leader siriano, mentre Washington lo ha rimosso dalla lista nera dei terroristi.
Trump, che lo aveva già incontrato in Arabia Saudita a maggio, non ha nascosto l’apprezzamento per il nuovo interlocutore, lodandolo per l’“ottimo lavoro” in Siria e definendolo “un tipo tosto”, “forte” e “affascinante”, “un combattente”.
Pochi giorni prima della visita, Sharaa ha orchestrato un’operazione anti-Isis con 70 arresti e ha diffuso un video simbolico: lui e il suo ministro degli Esteri, Assaad al-Chaibani, giocano a basket con il comandante delle forze Usa in Medio Oriente, Brad Cooper, e il capo della coalizione internazionale anti-jihadista, Kevin Lambert.