Francia, Corte d'appello concede a Sarkozy scarcerazione e libertà vigilata su richiesta di Procura di Parigi, ex presidente: "Prigione è logorante"
La Corte d'appello ha accettato oggi la richiesta di liberazione dell'ex presidente accusato di associazione a delinquere nel caso dei fondi libici. Sarkozy si trovava in carcere dal 21 ottobre ma la Procura ne aveva chiesto la libertà vigilata per possibili "rischi di collusione e di intimidazione dei testimoni"
Nicolas Sarkozy, ex presidente francese condannato al carcere per associazione a delinquere relativamente al processo sui finanziamenti elettorali di Gheddafi, potrà uscire di prigione ed essere sottoposto a regime di "sorveglianza giudiziaria". L'ha deciso la Corte d'Appello di Parigi dopo che la Procura generale ne aveva chiesto appunto il rilascio e la libertà vigilata.
Francia, Corte d'appello concede a Sarkozy scarcerazione e libertà vigilata su richiesta di Procura di Parigi, ex presidente: "Prigione è logorante"
Dura poco l'esperienza carceraria di Nicolas Sarkozy, rinchiuso nelle prigioni de La Santé dallo scorso 21 ottobre, con l'accusa di associazione a delinquere. La Corte d'Appello parigina ha infatti disposto questa mattina, 10 novembre, la scarcerazione per l'ex presidente francese in cambio di una misura alternativa, la detenzione domiciliare chiamata in Francia contrôle judiciaire, e che comporta il rispetto di specifici obblighi e limitazioni ai propri spostamenti. La libertà vigilata, così come la scarcerazione dunque, inizierà oggi. Precedentemente infatti, la Procura parigina ne aveva chiesto il rilascio con divieto di avere contatti con altri imputati e testimoni collegati alla vicenda dei fondi libici. Vicenda dove Sarkozy è stato chiamato in causa con l'accusa di aver accettato, senza dichiararli, finanziamenti di Gheddafi per le elezioni presidenziali del 2007, dove vinse al ballottaggio.
Nella prima richiesta di scarcerazione avanzata dai legali dell'ex capo dell'Eliseo dal 2007 al 2012, la Procura precisava che "l'estrema gravità dei fatti e la severità della pena" non dovevano influire nella decisione né essere tenute in considerazione perché contano "unicamente i criteri dell'articolo 144 del Codice di procedura penale". Criteri riferiti cioè alle condizioni legali che giustificano la custodia cautelare, come la conservazione delle prove, la prevenzione di collusioni con gli imputati e tattiche di pressione e protezione dell'imputato. Più in dettaglio, la Procura transalpina aveva motivato la "sorveglianza giudiziaria" parlando di "rischi di collusione e di intimidazione dei testimoni". Il 70enne Sarkozy ha definito l'esperienza carceraria come "dura e logorante": parole risuonato nel corso dell'udienza iniziata oggi intorno alle 10 e con cui l'ex presidente ha ribadito la sua innocenza. "Non ho mai avuto l’idea folle di chiedere al signor Gheddafi qualsiasi finanziamento. Mai riconoscerò qualcosa che non ho commesso" ha dichiarato, aggiungendo "è dura, molto dura. Lascia il segno su ogni prigioniero perché è estenuante".