Nepal, 5 alpinisti italiani morti: Alessandro Caputo e Stefano Farronato sul Panbari, Paolo Cocco, Marco Di Marcello e Markus Kirchler sul Yalung Ri

Le salme di Stefano Farronato e Alessandro Caputo, travolti da una valanga durante l’ascesa del Panbari Himal (6.887 metri), sono giunte a Kathmandu. Nelle prossime ore saranno completate le formalità per il rientro in Italia

Una serie di devastanti valanghe ha colpito le montagne del Nepal tra venerdì e lunedì, trasformando un sogno di conquista in una tragedia che ha spezzato almeno sette vite, tra cui cinque alpinisti italiani. Il mondo dell’alpinismo è sotto shock, mentre la Farnesina conferma i decessi e segue con apprensione le sorti di altri connazionali ancora irraggiungibili.

Le salme di Stefano Farronato e Alessandro Caputo, travolti da una valanga durante l’ascesa del Panbari Himal (6.887 metri), sono giunte a Kathmandu. Nelle prossime ore saranno completate le formalità per il rientro in Italia, come riferiscono i soccorritori italiani.

Nepal, 5 alpinisti italiani morti: Alessandro Caputo e Stefano Farronato sul Panbari, Paolo Cocco, Marco Di Marcello e Markus Kirchler sul Yalung Ri

La prima tragedia è avvenuta venerdì scorso sul Panbari Himal, una delle montagne più isolate e difficili dell’Himalaya nepalese. Una valanga improvvisa ha travolto tre alpinisti italiani: Alessandro Caputo, 28 anni, milanese e maestro di sci, e Stefano Farronato, 50 anni, arboricoltore di Bassano del Grappa, non ce l’hanno fatta. Il terzo membro del team, Valter Perlino, 64 anni, veterinario di Pinerolo, si è salvato: un infortunio al piede lo aveva costretto a rimanere al campo base. È stato lui a lanciare l’allarme e a fornire i primi, drammatici dettagli. “Qui ogni metro guadagnato è frutto di forza, esperienza e rispetto per la montagna”, era stato l’ultimo messaggio del gruppo prima della tragedia.

Secondo la moglie di Perlino, Gloriana Salvai, il marito ha continuato a mantenere i contatti radio con Caputo e Farronato fino a domenica notte, quando i due erano ancora vivi, chiusi nella tenda al campo 1 sotto una tormenta di neve. “Ha raccontato che le tende non c’erano più, che il campo era sepolto dalla neve. Poi l’amara notizia, con il ritrovamento dei due corpi, senza vita, coperti dalla neve”, ha spiegato Salvai.

Il bilancio più grave si è registrato lunedì mattina, quando un’altra valanga ha devastato il campo base dello Yalung Ri, cima di 6.920 metri nel Nepal centrale. L’impatto, avvenuto intorno alle 10:30 ora locale, ha travolto 12 persone. Secondo Phurba Tenjing Sherpa, dell’agenzia Dreamers Destination, i morti sarebbero sette, tra cui tre italianiPaolo Cocco, fotografo di Fara San Martino (Chieti), Marco Di Marcello, 37 anni, biologo e guida alpina abruzzese, Markus Kirchler, altoatesino.

Tra le altre vittime figurano l’alpinista tedesco Jakob Schreiber, il francese Christian André Manfredi e due guide nepalesi, Padam Tamang e Mere Karki. Testimoni sul posto, tra cui membri della Seven Summit Treks, hanno confermato il ritrovamento dei corpi.

Secondo le autorità nepalesi, le valanghe sarebbero state provocate da nevicate eccezionali e da un rapido aumento delle temperature. “Il dipartimento del turismo sta coordinando e facilitando le operazioni di ricerca e soccorso con tutte le agenzie interessate”, ha dichiarato Himal Gautam, funzionario del Ministero del Turismo nepalese.