Francia, "Generatori elettrici a società israeliana Elbit Systems per droni Hermes": così Parigi continua l'export di armi a Tel Aviv dopo accordo "di pace"

Secondo un'inchiesta pubblicata da Disclose, il 20 ottobre un lotto di componenti elettromeccanici prodotti dall'azienda francese Sermat sarebbe stato inviato al colosso israeliano Elbit Systems per "equipaggiare droni Hermes 900"

La Francia non ha smesso di armare Israele. Neppure ora che i leader del mondo hanno tentato di costruire un presunto percorso "di pace" approvando l'accordo tra Israele e Hamas. È quanto emerge da una recente inchiesta pubblicata su Disclose e secondo cui aziende francesi starebbero continuando tacitamente ad ingrossare la catena industriale bellica di Israele.

Francia, "Generatori elettrici a società israeliana Elbit Systems per droni Hermes": Parigi e l'export di armi a Tel Aviv dopo l'accordo "di pace"

Le ricerche fanno riferimento ad un carico di apparecchiature elettroniche che la società francese Sermat, con base a Nanterre, avrebbe fatto recapitare, lo scorso 20 ottobre, a Israele, e più precisamente all'azienda Elbit Systems, uno dei principali attori di rifornimento delle forze armate israeliane. Le "merci sensibili" che sarebbero state portate dalla compagnia di spedizioni UPS al principale aeroporto parigino Charles de Gaulle, consistevano in otto colli contenenti generatori elettrici prodotti appunto da Sermat e destinati a Karmiel (a nord di Israele) con l'obiettivo di equipaggiare i cosiddetti droni Hermes 900, gli stessi droni utilizzati dall'Idf per bombardamenti su larga scala sui territori palestinesi.

Quest'ultimo carico di generatori elettrici (o "alternatori") sarebbe la quarta consegna di questo tipo tra un'azienda francese e una base industriale-militare israeliana dall'inizio del conflitto. Le precedenti riguarderebbero Eurolinks e le munizioni di mitragliatrice, Thales e i trasponder per droni nel 2024, nonché i tubi per cannoni di Aubert & Duval. Ora, già è noto il ruolo giocato dalla Francia, insieme a molti altri attori europei, nel rifornimento bellico a Israele. Come già messo in luce dal Giornale d'Italia, la Francia si è confermata tra gli esportatori di componenti per armi, un export "giustificato" però dal premier Lecornu perché finalizzato alla "difesa" dei civili. È evidente come i fatti raccontino il contrario. In due anni di guerra, la società Sermat avrebbe infatti inviato ad Elbit System almeno 29 alternatori171 attuatori, per un valore complessivo di 843.300 euro. I materiali elettronici inviati sono indispensabili per la tenuta ed il corretto funzionamento dei droni Hermes, droni senza pilota armati di missili e bombe, e con un'autonomia di volo fino a 30 ore.

Se da un lato la facciata diplomatica regge il gioco, e lo stesso governo francese smentisce l'invio di armi (lo scorso 14 ottobre Lecornu assicurava: "nessuna arma francese è stata spedita per essere utilizzata dalle Forze di Difesa Israeliane"), dall'altro l'affaire Sermatinsieme a molte altre aziende europee, continua ad alimentare una catena di morte senza fine. Ma perché ciò è possibile? Da quanto emerge, Sermat può vendere senza specifiche licenze di esportazione militare. Che i Ministeri della Difesa e dell'Economia fossero a conoscenza dell'esportazione del 20 ottobre, resta un dubbi legittimo, e anzi potenzialmente attendibile considerato che gli attuatori di Sermat non sono stati classificati dalle autorità come materiali militari né "beni a duplice uso" (civile e bellico).