Rapina al Louvre, lettera della presidente Laurence Des Cars al governo il 22 gennaio: “Struttura obsolescente, solo 1 sala su 3 ha telecamere”

o scorso 22 gennaio, Le Parisien aveva rivelato il contenuto della nota riservata inviata da Laurence des Cars alla ministra della Cultura, Rachida Dati. Nel documento, la presidente descriveva una situazione “molto allarmante”, con “un livello di obsolescenza preoccupante” e “avarie” in spazi “talvolta molto degradati”, dove la pioggia riusciva a entrare e “preoccupanti variazioni di temperatura mettevano in pericolo la conservazione delle opere”

Dopo la rapina al Louvre, l’azione dei 4 ladri non può dirsi del tutto inaspettata: da mesi si parla delle insufficienti condizioni di sicurezza del museo. Già il 22 gennaio scorso la presidente Laurence des Cars aveva scritto una lettera al governo denunciando una “struttura obsolescente” e ricordando che “solo una sala su tre ha telecamere”.

Rapina al Louvre, lettera della presidente Laurence des Cars al governo il 22 gennaio: “Struttura obsolescente, solo 1 sala su 3 ha telecamere”

Domenica mattina, tra le 9 e le 9.40, 4 uomini vestiti con gilet gialli hanno compiuto quella che i media francesi definiscono “la rapina del secolo, penetrando nella Galleria di Apollo e fuggendo con diversi capolavori di valore inestimabile. Il Louvre è rimasto chiuso per l’intera giornata, e resterà inaccessibile anche oggi, lunedì, mentre proseguono le indagini e i rilievi della polizia.

Già in passato erano emersi segnali d’allarme sulle condizioni interne del museo. Il 16 giugno scorso, un lunedì, il Louvre aveva chiuso improvvisamente a causa di uno sciopero spontaneo dei dipendenti. “Quella che doveva essere una riunione informativa mensile si è trasformata in una grande manifestazione di esasperazione”, dichiarò allora Sarah Sefian, addetta all'accoglienza e alla mediazione culturale. Le denunce riguardavano “folle ingestibili”, una “carenza cronica di personale” e condizioni di lavoro “insostenibili”.

Anche la presidente Laurence des Cars aveva ammesso pubblicamente che l’edificio accoglie “più del doppio dei visitatori previsti”, situazione che mette a dura prova sia il personale che la sicurezza.

Nelle ore successive al furto, le reazioni politiche sono state immediate. Ministri, leader dell’opposizione e lo stesso presidente della Repubblica hanno parlato di un “attacco al cuore della Francia”, di “profanazione di un simbolo”. Emmanuel Macron ha assicurato che “le opere verranno ritrovate e i banditi consegnati alla giustizia”.

Ma la sensazione diffusa è quella di un disastro annunciato. Lo scorso 22 gennaio, Le Parisien aveva rivelato il contenuto della nota riservata inviata da Laurence des Cars alla ministra della Cultura, Rachida Dati. Nel documento, la presidente descriveva una situazione “molto allarmante”, con “un livello di obsolescenza preoccupante” e “avarie” in spazi “talvolta molto degradati”, dove la pioggia riusciva a entrare e “preoccupanti variazioni di temperatura mettevano in pericolo la conservazione delle opere”.

Il passaggio più significativo era dedicato alla Gioconda, “capolavoro di Leonardo da Vinci che appartiene al mondo intero”. Nella nota, Des Cars scriveva che l’afflusso incontrollato di visitatori nella sala degli Stati “mette in discussione la stessa missione di servizio pubblico del museo”. La lettera si concludeva con un appello drammatico: “Questa situazione non può più sopportare lo status quo, le sfide strutturali richiedono un nuovo slancio”.

L’allarme aveva spinto Macron a intervenire personalmente il 28 gennaio, annunciando davanti alla Gioconda un grande piano di rinnovamento, il cosiddetto “Nuovo Rinascimento del Louvre”: 800 milioni di euro in dieci anni, finanziati in gran parte da privati, con “la creazione di un nuovo grande ingresso all’altezza del colonnato di Perrault”. L’inaugurazione era prevista “entro il 2031 al più tardi”.

Tuttavia, mentre il progetto di modernizzazione resta sulla carta, i problemi concreti sono rimasti insoluti. Un nuovo rapporto della Corte dei conti, anticipato da France Info, denuncia carenzeconsiderevoli e persistenti” nella sicurezza. Nell’ala Denon, dove si trova la Galleria di Apollo e la Gioconda, un terzo delle sale non dispone di telecamere di sorveglianza; nel settore Richelieu, la percentuale sale ai tre quarti. “Solo poco più di un terzo delle sale dispone di almeno una telecamera”, si legge nel documento.

Nonostante un budget annuale di 323 milioni di euro, “gli importi impegnati nella sicurezza sono di entità modesta rispetto alle esigenze stimate”, sottolinea la Corte, denunciando “una tendenza a fare dell'avvio dei lavori una variabile di adeguamento del bilancio”.

Di fronte alle critiche, la presidente Des Cars ha ribadito che “il progetto Louvre Nouvelle Renaissance, avviato a gennaio, prevede un rafforzamento della sicurezza, che assicurerà la protezione di ciò che costituisce la nostra memoria e la nostra cultura”.