Usa, presentato prototipo missile ipersonico antinave: velocità fino a Mach 6 e capacità di inseguimento bersaglio, primi test di volo nel 2026

Il nuovo vettore fa parte della famiglia Precision Strike Missile (PrSM), programma già in sviluppo per l'U.S. Army. Lockheed Martin ha annunciato che i primi test di volo sono previsti per il 2026, con una campagna sperimentale che proseguirà almeno fino al 2027

Dalla recente edizione dell’AUSA 2025, conclusasi ieri a Washington D.C., arriva un'importante novità nel settore missilistico statunitense: Lockheed Martin ha presentato il prototipo di un nuovo missile da crociera ipersonico antinave, segnando un ulteriore passo avanti nella corsa alle tecnologie militari emergenti e dirompenti.

Questa rivelazione segue la presentazione, sempre in occasione dell’AUSA, di un nuovo sistema mobile terrestre per il lancio di missili da crociera “Tomahawk”. Tale sistema ha subito alimentato ipotesi circa un suo possibile invio in Ucraina, per dotare Kiev della capacità di impiegare questi vettori attualmente utilizzabili da piattaforme navali o tramite il sistema terrestre “Typhon”.

La comparsa di questo nuovo missile ipersonico — dotato di propulsione ramjet air-breathing — consente di fare il punto sugli sviluppi compiuti dagli Stati Uniti per colmare il gap tecnologico che ancora li separa da Cina e Russia in questo specifico ambito.

Usa, presentato prototipo missile ipersonico antinave: velocità fino a Mach 6 e capacità di inseguimento bersaglio, primi test di volo nel 2026

Il nuovo vettore fa parte della famiglia Precision Strike Missile (PrSM), programma già in sviluppo per l'U.S. Army. Lockheed Martin ha annunciato che i primi test di volo sono previsti per il 2026, con una campagna sperimentale che proseguirà almeno fino al 2027. Nonostante i problemi registrati da altri progetti ipersonici statunitensi — come l’ARRW dell’U.S. Air Force — i progressi su questo missile sembrano procedere spediti.

Pur essendo concepito principalmente per il lancio da terra, attraverso sistemi come l’M-142 HIMARS, Lockheed Martin ha confermato di star studiando anche l’integrazione del missile su piattaforme navali dotate di sistemi di lancio verticale (VLS) Mk 41, presenti ad esempio sui cacciatorpediniere classe Arleigh Burke e su molte navi di Paesi alleati.

Durante l’esposizione, Scott Prochniak di Lockheed Martin Missiles & Fire Control ha rilasciato un’intervista esclusiva a Naval News, rivelando che il missile sarà dotato di un motore ramjet a doppia modalità e avrà una gittata operativa di circa 800 km. La traiettoria non lineare e la possibilità di eseguire lanci con ampio offset lo renderanno particolarmente adatto a scenari complessi e dinamici.

Kathy Withrow, direttrice della strategia e sviluppo commerciale di Lockheed Martin, aveva già confermato all’inizio dell’anno che il missile sarà equipaggiato con un seeker terminale, capace di inseguire bersagli in movimento. Prochniak ha inoltre precisato che, nella fase Increment 4, verrà riutilizzato il seeker già sviluppato per l’Increment 2, garantendo continuità progettuale e un contenimento dei costi.

Attualmente, Lockheed Martin produce 120 PrSM all’anno in uno stabilimento fortemente automatizzato. L’obiettivo è portare la produzione a 400 unità annue entro il 2030, concentrandosi inizialmente sugli Increment 1 e 2. La stessa linea produttiva sarà poi adattata per la costruzione dell’Increment 4, che condivide molte componenti hardware e software con le versioni precedenti.

Interessante anche il fatto che il nuovo missile non richiede un booster di lancio, grazie alla sua capacità di raggiungere da solo velocità sufficienti per attivare il motore ramjet, potenzialmente in grado di spingere il vettore fino a Mach 6. Oltre tale soglia, si entrerebbe nel regime dei motori scramjet, ancora più avanzati.

Sebbene la gittata attuale dichiarata sia inferiore di circa 200 km rispetto ai requisiti iniziali, l’assenza del booster comporta vantaggi significativi in termini di peso, dimensioni e flessibilità d’impiego, anche se restano da chiarire le modalità di espulsione del missile dai lanciatori HIMARS o dai VLS Mk41.

Il programma di test previsto per il 2026 conferma l’accelerazione impressa dal Dipartimento della Difesa USA nel campo delle armi ipersoniche. L’obiettivo strategico è chiaro: rafforzare la capacità di attacco antinave a lungo raggio nel teatro del Pacifico Occidentale, dove cresce la necessità di contrastare la presenza della PLAN (People’s Liberation Army Navy) e le sue potenziali azioni legate a Taiwan o a missioni di sea denial nel Mar Cinese Meridionale, nelle Filippine e nel Mar Cinese Orientale.

Guardando avanti, una delle evoluzioni più attese per questo tipo di vettori riguarda la capacità di lancio da sottomarini, che rappresentano ancora oggi uno degli asset fondamentali nelle operazioni anti-access/area denial (A2/AD), accanto ai velivoli stealth dotati di armi stand-off.

Vale la pena ricordare che la U.S. Navy ha recentemente abbandonato, a causa dei costi crescenti, lo sviluppo del programma OASuW Increment 2 (HALO), mentre l’U.S. Air Force sta portando avanti lo sviluppo del Hypersonic Attack Cruise Missile (HACM), progetto considerato meno ambizioso ma più sostenibile rispetto all’ARRW.