Ricostruzione Gaza, piano Italia da €60mln: da invio di 100 tonnellate aiuti umanitari e 200 militari a creazione università e case prefabbricate

Sul tavolo anche la possibilità di inviare circa 200 carabinieri per l’addestramento delle future forze di sicurezza locali e di coinvolgere unità del genio militare per la rimozione di mine e ordigni bellici

L’Italia si prepara ad assumere un ruolo di primo piano nella ricostruzione della Striscia di Gaza, con un primo piano da 60mln di euro. Il governo, guidato dal coordinamento del ministro degli Esteri Antonio Tajani, sta definendo un piano articolato che va dagli aiuti umanitari immediati ai progetti per la rinascita civile e istituzionale del territorio. Dalle 100 tonnellate di aiuti umanitari pronti a partire fino alla costruzione di case prefabbricate e di un’università. Inoltre, il governo sarebbe pronto a inviare anche 200 militari come forza di pacekeeping per addestrare future forze di sicurezza locali.

Ricostruzione Gaza, piano Italia da €60mln: da invio di 100 tonnellate aiuti umanitari e 200 militari a creazione università e case prefabbricate

L’Italia, che finora ha inviato 2400 tonnellate di beni alimentari e di prima necessità, si prepara ora ad un ulteriore passo, stimato in circa 60 milioni di euro: “il più grande invio di aiuti alimentari dall’inizio della crisi”, come sottolineano fonti della Farnesina. Si tratta di 100 tonnellate di prodotti, raccolti grazie al contributo delle principali realtà del sistema Italia.

Nel piano di ricostruzione post-bellica, Roma mira a un approccio integrato che unisca aiuti umanitari, interventi infrastrutturali e sostegno alla società civile palestinese. In occasione della futura apertura del valico di Rafah, tornerà operativa Eubam, la missione dell’Unione europea di assistenza alla gestione integrata delle frontiere, alla quale partecipano venti militari europei, tra cui otto carabinieri italiani. È allo studio un potenziamento della missione, con l’arrivo di ulteriori uomini nelle prossime settimane.

Sul tavolo anche la possibilità di inviare circa 200 carabinieri per l’addestramento delle future forze di sicurezza locali e di coinvolgere unità del genio militare per la rimozione di mine e ordigni bellici. Tutte le decisioni saranno comunque subordinate agli esiti dei colloqui diplomatici e a eventuali risoluzioni delle Nazioni Unite.

Un capitolo centrale del piano riguarda l’assistenza umanitaria e sanitaria. Una rete coordinata dal ministero per le Disabilità garantirà supporto e riabilitazione a bambini e persone con gravi disabilità, mentre il ministero della Ricerca lavorerà allo sviluppo di progetti di telemedicina e alla creazione di presidi locali per la produzione di protesi.

La Protezione Civile italiana è pronta a intervenire con un ospedale da campo, che potrebbe essere fornito dalla Regione Piemonte. L’iniziativa, già valutata in passato dal ministero della Difesa, era stata temporaneamente accantonata per la mancanza di acqua potabile. Per questo, l’Italia fornirà impianti di potabilizzazione, mentre il ministro Tajani ha dato disposizioni per offrire assistenza sanitaria ai civili di Gaza anche nei territori di Giordania ed Egitto.

Diversi ospedali italiani di eccellenza, tra cui il Bambin Gesù, il Gemelli, il Rizzoli e il Meyer, hanno già dato disponibilità a collaborare con le strutture locali per curare i feriti e i bambini provenienti dalla Striscia.

Sul fronte abitativo e formativo, il governo intende fornire casette prefabbricate modulari per ospitare famiglie e scuole, in attesa della ricostruzione definitiva. Il ministero per la Protezione Civile metterà inoltre a disposizione un team di esperti per la pianificazione urbanistica. Tutto, precisano fonti di governo, “avverrà solo dal momento in cui si verificheranno le condizioni per operare in sicurezza”.

Il ministero dell’Università ha proposto l’attivazione di corsi a distanza e la costruzione di un ateneo a Gaza, in continuità con i “corridoi universitari” già avviati e che hanno permesso l’arrivo in Italia di un gruppo di studenti palestinesi.

Infine, la Farnesina continua a coordinare le operazioni di accoglienza: oltre 1200 palestinesi di Gaza sono già stati portati in Italia, tra cui quasi 200 bambini, accolti e curati in 22 ospedali italiani.