Israele, raid iraniani 13 giugno rivelano "Base 81", bunker Idf costruito con fondi Usa sotto complesso civile a Tel Aviv usato da intelligence

Nuove prove rivelano l'esistenza di un bunker militare israeliano, costruito con fondi del Pentagono sotto le "Da Vinci Towers": per Teheran, era tra i bersagli del 13 giugno

Nuove prove rese pubbliche testimoniano che i raid iraniani su Israele del 13 giugno 2025 hanno rivelato la cosiddetta "Base 81", un bunker dell'Idf dedicato all'intelligence e ai progetti dell'intelligenza artificiale a uso militare. L'edificio si trova sotto un complesso civile di lusso, le "Da Vinci Towers", ed è stato costruito con fondi americani

Israele, raid iraniani 13 giugno rivelano "Base 81", bunker Idf costruito con fondi Usa sotto complesso civile a Tel Aviv usato da intelligence

Un’inchiesta del sito statunitense The Grayzone ha rivelato l’esistenza di un complesso militare segreto israeliano situato sotto il cuore di Tel Aviv, a pochi metri da aree residenziali e centri civili. La struttura, denominata “Base 81”, sarebbe un centro di comando e controllo congiunto tra Stati Uniti e Israele, nascosto sotto le “Da Vinci Towers”, un lussuoso complesso abitativo situato a ridosso del quartiere della Difesa israeliana, HaKirya.

Secondo il report, la base sotterranea — estesa su circa 6 mila metri quadrati — è dotata di schermature elettromagnetiche e accessi ipercontrollati per garantire la continuità operativa in caso di guerra o attacchi missilistici. La costruzione sarebbe avvenuta con il sostegno tecnico e finanziario del Pentagono, nell’ambito di una cooperazione militare segreta risalente al 2011.

La scoperta giunge a pochi mesi dal 13 giugno, quando Teheran ha lanciato una serie di missili contro obiettivi in Israele in risposta a una serie di assassinii di scienziati iraniani e all’intensificarsi delle operazioni israeliane nella regione. Uno dei missili, riferiscono fonti iraniane, avrebbe colpito proprio la torre settentrionale del complesso Da Vinci, a poche centinaia di metri dal Ministero della Difesa israeliano. Subito dopo l’attacco, le autorità israeliane hanno isolato l’area e vietato ai giornalisti di filmare la zona.

L’inchiesta sottolinea come l’infrastruttura di “Base 81” sia collegata al più grande comando sotterraneo israeliano, noto come “The Pit” o “Fortress Zion”, una rete di bunker che garantirebbe al governo israeliano la gestione di operazioni militari anche in caso di bombardamenti diretti sulla capitale.

Il caso solleva interrogativi legali e morali: la costruzione di basi militari in aree civili densamente popolate costituisce una violazione del diritto umanitario internazionale, in quanto espone i residenti a gravi rischi. Israele, che da anni accusa i suoi nemici di “usare scudi umani”, sembrerebbe dunque applicare la stessa tattica che denuncia.

Le autorità israeliane e statunitensi non hanno commentato la notizia, mentre analisti indipendenti evidenziano come la rivelazione rafforzi la percezione di una crescente vulnerabilità del sistema di difesa israeliano. Per Teheran, il presunto colpo inferto a “Base 81” rappresenterebbe invece la prova della precisione e della credibilità della propria intelligence militare.