Francia, Lecornu in Parlamento: "Stop riforma pensioni fino a presidenziali, non c'è crisi di regime", socialisti ringraziano: "Non voteremo sfiducia"

Senza lo stop alla riforma pensionistica, il Partito socialista avrebbe negato il suo sostegno al governo facendo precipitare l'esecutivo in una nuova caduta libera

Stop alla riforma delle pensioni in Francia. È quanto annunciato dal premier francese Sébastien Lecornu in occasione del suo nuovo discorso di politica generale tenuto oggi, 14 ottobre, davanti all'Assemblée Nationale. La decisione, allineatasi alle richieste dei deputati socialisti, è stata accolta favorevolmente dal capogruppo Boris Vallaud che ha confermato che non voterà la sfiducia al governo.

Francia, Lecornu in Parlamento: "Stop riforma pensioni fino a presidenziali, non c'è crisi di regime", socialisti ringraziano: "Non voteremo sfiducia"

Un esecutivo, quello di Lecornu-2, nato appena domenica sera, 12 ottobre, ma già nuovamente minacciato dalle mozioni di sfiducia. E una in particolare preoccupava il nuovo leader francese: quella che sarebbe potuta arrivare dal Partito socialista, il cui supporto è al momento decisivo alla sopravvivenza dell'esecutivo, già apertamente osteggiato dalle fronde di estrema destra di Le Pen e Mélenchon. Ora che però Lecornu si è uniformato alle richieste dei socialisti di "sospendere completamente e immediatamente" la riforma che aumenta l'età pensionabile dai 62 ai 64 anni, nonché il rallentamento dell'aumento dei contributi necessari per concludere il lavoro, e la "deroga dell'articolo 49.3" per permettere il voto sulle misure di giustizia fiscale e di potere d'acquisto, non c'è più pericolo. Il capogruppo dei deputati socialisti Boris Vallaud ha annunciato che il partito non voterà la sfiducia.

Lecornu dopotutto non aveva molte possibilità. O tirare dritto e difendere la riforma delle pensioni rischiando la seconda caduta di governo, oppure dare corda ai socialisti per scongiurare la sfiducia di una sinistra unita. E, alla fine, ha prevalso quest'ultima: "sospesa la riforma delle pensioni del 2023 fino alle prossime elezioni presidenziali. Non ci sarà nessun aumento dell'età pensionabile da ora [che attualmente è di 62 anni e 9 mesi, ndr] fino al gennaio 2028, come ha chiesto ieri anche il sindacato CFDT". Una mossa che si dava quasi per scontata tra i corridoi della politica, dopo che ieri Lecornu aveva discusso della questione pensioni per oltre due ore coi ministri del suo nuovo esecutivo. Ma, ha aggiunto Lecornu in merito allo stop pensioni e contributi, "sospendere per sospendere non ha senso. (...) Questa sospensione deve riportare la fiducia necessaria per costruire nuove soluzioni. La sospensione per fare meglio, questa è la soluzione".

Poi, la questione bilancio. "Ho proposto al presidente della Repubblica un governo che, entro tre mesi, consegni alla Francia un bilancio serio e affidabile, utile e positivo per il popolo francese" ha detto Lecornu respingendo categoricamente le accuse secondo cui la Francia si troverebbe in una "crisi di regime". "Alcuni - ha continuato il premier prendendo di mira La France Insoumise e Rassemblement National -, vorrebbero che la situazione si trasformasse in una crisi di regime, ma ciò non accadrà(...) Ho accettato la missione affidatami dal Presidente della Repubblica, perché la Francia deve avere un bilancio, perché ci sono misure d'urgenza da adottare senza indugio. È un dovere". Vallaud ha così commentato lo stop alla riforma pensionistica: "È una vittoria per migliaia di francesi, il riconoscimento di una battaglia e il primo passo verso il blocco di questa riforma e la sua abrogazione".