Francia, Lecornu annuncia "governo tecnico", confermati ministri Economia e Esteri, prefetto di Parigi all'Interno, il premier: "legge finanziaria entro 2025"
Nominato un "governo di scopo" composto da 34 ministri di cui 6 Républicains e vari esponenti della società civile. Tra i volti nuovi, il Prefetto di Parigi, l'ex Presidente delle Ferrovie e l'ex Presidente del Wwf. Il nuovo esecutivo dovrà approvare il Bilancio all'interno di un parlamento frammentato
Sébastien Lecornu, rinominato in tempi record primo ministro dal Presidente Macron, ha annunciato la composizione di quello che sarà il suo nuovo esecutivo. Un esecutivo "di scopo", "tecnico", con l'obiettivo - fa sapere il premier su X - "di dare una manovra finanziaria alla Francia entro fine anno".
Francia, Lecornu annuncia "governo tecnico", confermati ministri Economia e Esteri, prefetto di Parigi all'Interno, il premier: "legge finanziaria entro 2025"
Il nuovo governo Lecornu-2 sarà composto da 34 ministri: 6 i Républicains che hanno accettato di far parte del nuovo esecutivo. Ministri in parte diversi, in parte riconfermati, ma che riflettono la volontà di rinnovare la classe dirigente tra "figure tecniche, esponenti della società civile e giovani parlamentari". Non cambiano i Ministri dell'Economia, Roland Lescure, e degli Esteri Jean-Noël Barrot, secondo quanto annunciato stasera dopo un colloquio di poco meno di tre ore tra Lecornu e il Presidente Macron. A capo del Ministero degli Interni andrà Laurent Nuñez, prefetto di Parigi, al posto di Bruno Retailleau, capo dei Républicains. Catherine Vautrin, ex ministra del Lavoro, passerà alla Difesa, mentre Gérald Darmanin e Rachida Dati sono stati riconfermati a capo, rispettivamente, del Ministero della Giustizia e della Cultura. Novità è la nomina, a capo del Ministero del Lavoro, di Jean-Pierre Farandou, ex presidente e amministratore delegato delle Ferrovie francesi (la SNCF). Monique Barbut, ex presidente del Wwf Francia, sarà invece la Ministra della Transizione ecologica. E ancora: Serge Papin ministro delle piccole e medie imprese e del Turismo; Annie Genevard ministra dell'Agricoltura; Edouard Geffray ministro dell'Istruzione, in sostituzione dell'ex premier Borne. Stéphanie Rist sarà la nuova ministra della Salute, con Moutchou alle politiche d'Oltremare. Gatel e Amélie de Montchalin sono state nominate rispettivamente ministra al Territorio e ministra dei Conti pubblici, mentre a capo di Università e Ricerca ci sarà Philippe Baptiste. Oltre a Marina Ferrari, ministra dello Sport, Philippe Tabarot ministro dei Trasporti, e Vincent Jeanbrun ministro della Città, altri 15 sono stati nominati in qualità di ministri delegati.
Un annuncio "lampo", quello del nuovo esecutivo, sollecitato dallo stesso Macron dato che il presidente francese partirà stanotte, 12 ottobre, alla volta dell'Egitto, dov'è atteso per "testimoniare il sostegno francese" al controverso accordo di "pace" firmato da Israele e Hamas. Indiscrezioni interne all'entourage di Lecornu già anticipavano come il nuovo premier fosse orientato a proporre "un mix di esponenti della società civile, professionisti esperti e giovani parlamentari", cioè, detto altrimenti, "volti nuovi" e non ministri con ambizioni presidenziali. Oggi la conferma: "Ringrazio le donne e gli uomini che si impegnano in questo governo in tutta libertà al di là degli interessi personali e di parte" ha comunicato Lecornu aggiungendo "conta solo una cosa: l'interesse del Paese".
L'ultimo esecutivo (Lecornu-1) annunciato aveva scatenato una bufera tale da indurre Lecornu a rassegnare le dimissioni dopo appena 27 giorni dalla nomina e un solo giorno dall'entrata in vigore dell'incarico. Tante erano state, a inizio settimana, le reazioni contrastanti delle opposizioni sulla composizione del suo primo governo lampo, costituito da 18 ministri di cui 12 riconfermati dall'esecutivo precedente. Tra i volti noti fatti confluire dalle prime scelte di Lecornu, vi era anche quello di Bruno Le Maire, ex ministro delle Finanze sotto la cui guida il deficit pubblico francese era schizzato alle stelle. Una situazione di forte stallo politico davanti al quale Macron non aveva potuto che riconfermare, lo scorso 10 ottobre, scelte già prese. "Accetto per dovere la missione affidatami" aveva dichiarato subito Lecornu, scegliendo di rimontare in sella all'esecutivo e di riprovarci. E dopotutto, non ci sarebbero stati "molti altri candidati" per l'incarico di quarto primo ministro, ha ammesso il premier ieri, 11 ottobre, davanti ai giornalisti durante una visita al sobborgo parigino di L'Hay-les-Roses. "Non sarò prigioniero dei partiti" ha dichiarato, aggiungendo che potrebbe non durare a lungo neppure questa volta.
Questa volta l'intento, almeno apparente, è quello di dare vita ad un governo "libero", lontano da veti e da logiche partitiche. "Non ho un programma - ha rilanciato Lecornu stuzzicando le opposizioni -, non ho altre ambizioni se non quella di uscire da questo momento difficile per tutti. Ci sono questioni urgenti da affrontare. Ma o restiamo fermi o andiamo avanti".