Né acqua, né cibo, né rispetto dei diritti fondamentali. È la drammatica denuncia di Adalah, Ong israeliana che rappresenta legalmente gli attivisti della Global Sumud Flotilla, le cui imbarcazioni, dirette a Gaza con aiuti umanitari, sono state abbordate illegalmente in acque internazionali dalla marina israeliana.
Secondo Adalah, 331 partecipanti — tra cui parlamentari europei e attivisti pacifisti — sono stati privati di acqua, servizi igienici e farmaci, e tenuti per ore sotto il sole, legati e inginocchiati. Per quasi nove ore, raccontano i legali, le autorità israeliane hanno impedito agli avvocati di accedere al porto di Ashdod, dove gli equipaggi erano trattenuti, e hanno avviato udienze e procedimenti senza notificarli ai difensori. Solo grazie a telefonate clandestine degli stessi attivisti, la Ong ha scoperto che i processi erano già iniziati.
Adalah denuncia inoltre violenze, minacce e molestie, con detenuti svegliati con la forza ogni volta che cercavano di dormire. Durante una delle rare visite dei legali, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir si è recato sul posto con l’intento di umiliare e intimidire i prigionieri, utilizzandoli poi in un video propagandistico dove li definiva “terroristi”.
“È stato un rapimento in acque internazionali”, ha dichiarato Benedetta Scuderi, eurodeputata di Alleanza Verdi-Sinistra, tra i partecipanti alla flottiglia. “Siamo stati trattati come criminali solo per aver portato aiuti umanitari a Gaza”.
Intanto, la Farnesina ha confermato che i cittadini italiani “stanno bene ma sono provati” e ha chiesto a Israele di migliorare le condizioni di detenzione, definite “particolarmente disagevoli”. Alcuni attivisti hanno iniziato uno sciopero della fame dopo aver rifiutato di firmare documenti che avrebbero falsamente riconosciuto un ingresso illegale in Israele.
La missione della Global Sumud Flotilla, nata per rompere l’assedio di Gaza e testimoniare solidarietà al popolo palestinese, si è così trasformata in un nuovo capitolo di soprusi e propaganda da parte di Israele, sotto gli occhi dell’opinione pubblica internazionale.