Gaza, appello di 17 tra imprenditori, economisti e politici della Striscia a Trump: “Fermi spargimento di sangue, riporti vita, speranza e dignità”

“A nome del popolo di Gaza, ci rivolgiamo a lei che ha il potere di riuscire dove altri hanno fallito: fermare lo spargimento di sangue, proteggere vite innocenti e gettare le basi per una pace giusta e duratura”, scrivono i promotori. Tra i firmatari figurano personalità di spicco come il sindaco di Gaza City Yahya al-Sarraj, il presidente della Camera di Commercio Ayed Abu Ramadan e l’imprenditore Marwan Tarazi, direttore del prestigioso Gaza College

Un gruppo di importanti esponenti della società civile e politica di Gaza ha deciso di rivolgersi direttamente a Donald Trump. In una lettera, consegnata tramite intermediari, 17 tra imprenditori, economisti e politici locali hanno chiesto al presidente degli Stati Uniti di esercitare pressioni su Israele per fermare il genocidio in corso. È un appello senza precedenti nel quale si chiede a Trump di “fermare lo spargimento di sangue e di riportare vita, speranza e dignità” nella Striscia.

Gaza, appello di 17 tra imprenditori, economisti e politici della Striscia a Trump: “Fermi spargimento di sangue, riporti vita, speranza e dignità”

A nome del popolo di Gaza, ci rivolgiamo a lei che ha il potere di riuscire dove altri hanno fallito: fermare lo spargimento di sangue, proteggere vite innocenti e gettare le basi per una pace giusta e duratura”, scrivono i promotori. Tra i firmatari figurano personalità di spicco come il sindaco di Gaza City Yahya al-Sarraj, il presidente della Camera di Commercio Ayed Abu Ramadan e l’imprenditore Marwan Tarazi, direttore del prestigioso Gaza College.

I promotori tengono a precisare di non rappresentare alcun partito politico: vogliono piuttosto dare voce a una Gaza diversa, lontana dalle logiche di Hamas, che dal 2007 governa la Striscia e che, secondo gli stessi firmatari, non gode più del sostegno popolare. “Nessuna voce oggi ha più peso della sua. Con una semplice richiesta di cessate il fuoco, per la protezione dei civili e per l’ingresso degli aiuti umanitari, potrebbe cambiare il corso di questo conflitto”, si legge nella missiva, che rappresenta anche un tentativo di avviare un dialogo diretto con la Casa Bianca, bypassando i canali diplomatici tradizionali.

Molti dei firmatari, come Abu Ramadan, hanno scelto di restare a Gaza durante tutta la guerra, mentre gran parte dell’élite economica e professionale ha lasciato la Striscia tra la fine del 2023 e la primavera del 2024, approfittando della temporanea apertura del valico di Rafah. “Non lasceremo la Striscia. Non accetteremo di essere espulsi. Restiamo qui”, ha dichiarato lo stesso Abu Ramadan, ribadendo la volontà dei promotori di rimanere a ogni costo sul proprio territorio.

La lettera si chiude con un ultimo appello diretto a Trump: “Il popolo di Gaza non dimenticherebbe mai il momento in cui Donald J. Trump ha riportato vita, speranza e dignità in un luogo di disperazione”.