"La fine di Israele", il libro dello storico di Tel Aviv Ilan Pappé: l'analisi della crisi del progetto sionista e la denuncia dell'apartheid
Nel libro La fine di Israele (2024), Ilan Pappé descrive il collasso del sionismo e propone una Palestina libera e decolonizzata come unica via alla pace
Nel 2024, lo storico israeliano Ilan Pappé ha pubblicato un saggio intitolato "La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina". Nel libro, molto lucidamente, lo studioso analizza la crisi del progetto sionista di Tel Aviv su Gaza e Cisgiordania e la denuncia dell'apartheid nei confronti del popolo palestinese.
"La fine di Israele", il libro dello storico di Tel Aviv Ilan Pappé: l'analisi della crisi del progetto sionista e la denuncia dell'apartheid
Lo storico israeliano Ilan Pappé, tra i più noti rappresentanti della corrente dei “nuovi storici”, ha pubblicato nel 2024 il libro "La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina" (Fazi Editore). Con la sua consueta lucidità, Pappé descrive come il progetto sionista sia entrato in una fase di crisi irreversibile, accelerata dall’offensiva israeliana su Gaza e dalla crescente mobilitazione internazionale.
Secondo l’autore, le fratture interne allo Stato ebraico non sono più sanabili: “Il sionismo laico è stato soppiantato da quello religioso, e la promessa di democrazia è ormai una facciata che copre un sistema di apartheid”. Nel libro, Pappé evidenzia come Israele non sia più percepito come una democrazia modello, ma come un regime fondato sulla segregazione e sulla violenza.
La sua analisi parte dal “collasso” del mito dell’invincibilità militare, fino alla perdita di consenso tra i giovani ebrei della diaspora, sempre più critici verso l’occupazione. Pappé sottolinea che “il processo di pace si è rivelato una strategia per guadagnare tempo e consolidare i fatti compiuti”.
In una recente intervista, l’autore ha ribadito: “Dopo Gaza, nulla potrà essere come prima. La brutalità mostrata contro i civili ha aperto gli occhi al mondo e accelerato la crisi del progetto sionista”.
Ma il libro non si ferma alla denuncia. Nella seconda parte, Pappé propone un percorso di giustizia riparativa ispirato al modello sudafricano, il riconoscimento del diritto al ritorno dei rifugiati e una ridefinizione dell’identità ebraica in chiave non-coloniale. L’ultima sezione, ambientata nel 2048, immagina una Palestina unita e decolonizzata, dove israeliani e palestinesi vivono con pari diritti.
Pubblicato nel pieno della guerra a Gaza, "La fine di Israele" appare come un testo profetico: non solo una critica radicale, ma una chiamata a immaginare un futuro diverso, fondato sulla giustizia e sull’uguaglianza.