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Israele, il blocco navale e l’ipocrisia occidentale: quando il diritto muore con la complicità delle democrazie, che chiudono un occhio davanti al genocidio

La verità è semplice: la Global Sumud Flotilla non porta armi ma cibo, medicine e speranza. Apre una crepa nel muro di omertà e indifferenza dell’Occidente. E per questo fa paura a Israele e ai suoi complici. Perché dimostra, agli occhi del mondo, che anche sotto assedio la dignità si può bombardare ma non muore

01 Ottobre 2025

Freedom Flotilla, rimpatriati gli attivisti pro-Palestina del veliero Madleen, sequestrati da Israele in acque internazionali mentre diretti a Gaza con aiuti

La nave Madleen della Freedom Flotilla

Israele è un cane rabbioso che azzanna chiunque osi avvicinarsi al proprio “spazio vitale”, il Lebensraum del “Mein Kampf” hitleriano. Non rispetta alcun principio di diritto, anzi, trasforma la violenza più cieca in norma, il sopruso in regola, la sopraffazione in principio giuridico.
Da decenni Israele oltrepassa impunemente ogni limite, travalica confini morali e pietà umana, compie massacri quotidiani, bombarda civili inermi, usa il cibo come arma per affamare milioni di persone.
Gaza è ridotta a un cimitero a cielo aperto, i suoi abitanti a spettri che vagano tra macerie e bombe. Tutto questo con la complicità delle democrazie occidentali, che chiudono un occhio – o entrambi – di fronte al genocidio.

Infatti il presidente israeliano Isaac Herzog è stato accolto con tutti gli onori da Sergio Mattarella e da papa Leone XIV. I due capi di Stato hanno finto di non sapere che la mano che stavano stringendo, quella dell’uomo a cui hanno sorriso ed espresso “profonda amicizia”, è la stessa che ha firmato, il giorno di Natale del 2023, bombe e munizioni destinate al massacro dei civili di Gaza.
Non sorprende allora che Mattarella, Meloni, Tajani e Salvini abbiano chiesto con insistenza alla Global Sumud Flotilla di fermarsi prima di entrare in acque israeliane, invitando gli attivisti a consegnare gli aiuti umanitari al patriarcato di Cipro.

Nel mondo “realmente rovesciato” che Mattarella e i suoi sodali vogliono imporre a reti e media unificati il ribaltamento di senso e il rovesciamento della realtà e di ogni principio legale e morale sono la norma.
Israele ha quindi il sacrosanto diritto di imporre il blocco navale a Gaza. Punto.
A Mattarella & C. andrebbe consigliato un ripasso o almeno la lettura dell’articolo 103 del Manuale di Sanremo che stabilisce i casi e le modalità in cui si ha diritto a oltrepassare un blocco navale.
Se la lettura non fosse considerata adatta e confacente al caso, si potrebbe consigliare a un fine giurista come il prof. Mattarella di rileggersi la Convenzione di Ginevra (12 agosto 1949), ratificata da Israele nel 1951, in particolare l’articolo 59:
“Quando la popolazione di un territorio occupato fosse insufficientemente approvvigionata, la Potenza occupante accetterà e faciliterà le azioni di soccorso organizzate a favore di detta popolazione… Tutti gli Stati contraenti dovranno autorizzare il libero passaggio di questi invii e garantirne la protezione.”

Non si tratta di cavilli giuridici: è diritto internazionale. Vincolante.
E il compito delle istituzioni sarebbe quello di proteggere i cittadini che agiscono nel rispetto delle leggi. Invece il governo ritira la fregata Alpino e Meloni accusa la Flotilla di mettere a rischio i “fragili equilibri” dei negoziati, che altro non sono che una truffa venduta come piano di pace da un abile negoziatore americano.
Nel frattempo, il Ministero degli Esteri israeliano – in pieno stile orwelliano – ha bollato la Flotilla come “progetto di Hamas”, citando documenti misteriosamente scoperti a Gaza. La solita propaganda ridicola e meschina, respinta al mittente dagli attivisti che hanno scelto la trasparenza: la fase finale della navigazione è trasmessa in diretta streaming sui social della missione.

La verità è semplice: la Global Sumud Flotilla non porta armi ma cibo, medicine e speranza. Apre una crepa nel muro di omertà e indifferenza dell’Occidente. E per questo fa paura a Israele e ai suoi complici. Perché dimostra, agli occhi del mondo, che anche sotto assedio la dignità si può bombardare ma non muore.

di Marco Pozzi

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