Global Sumud Flotilla, la Svezia scarica Greta Thunberg: “Non le forniremo assistenza diplomatica in mare, solo se arrestata da Israele”
Il ministero degli Esteri ha spiegato di non avere nessuna “possibilità di fornire assistenza consolare in mare”. Come a giugno, i funzionari dell’ambasciata svedese a Tel Aviv si limiteranno a presenziare, se interpellati, in caso di fermo o detenzione temporanea da parte di Israele
La Svezia prende ufficialmente le distanze da Greta Thunberg, scaricandola. Il ministero degli Esteri di Stoccolma, come già fece a giugno, ribadisce di non avere alcuna intenzione di supportare l’attivista in mare. Nessuna assistenza consolare sarà garantita alla leader ambientalista e agli altri cittadini svedesi impegnati nella Global Sumud Flotilla. L’unica eccezione prevista riguarda un eventuale fermo da parte delle autorità israeliane, momento in cui i funzionari consolari potranno presenziare. Una presa di posizione netta che conferma la linea dura di Stoccolma.
Global Sumud Flotilla, la Svezia scarica Greta Thunberg: “Non le forniremo assistenza diplomatica in mare, solo se arrestata da Israele”
Il ministero degli Esteri ha spiegato di non avere nessuna “possibilità di fornire assistenza consolare in mare”. Come a giugno, i funzionari dell’ambasciata svedese a Tel Aviv si limiteranno a presenziare, se interpellati, in caso di fermo o detenzione temporanea da parte di Israele. Da oltre 10 anni, il governo sconsiglia ai suoi cittadini viaggi verso Gaza, sollecitando a rispettare l’avvertimento. “Significa: non andateci affatto. Il consiglio è un segnale che la situazione della sicurezza è grave e che le persone dovrebbero valutare attentamente la loro decisione di viaggiare”.
Fonti diplomatiche europee confermano che i rappresentanti di Stoccolma non hanno preso parte alle riunioni di coordinamento tra i vari Paesi i cui cittadini si trovano a bordo della flotilla. Già a giugno, la ministra degli Esteri Maria Malmer Stenegard aveva ridimensionato il caso, affermando di non credere che Greta Thunberg avesse realmente bisogno di aiuto e sottolineando che la responsabilità ricade su chi sceglie di recarsi in aree considerate a rischio dal governo svedese.
Una posizione che lascia intendere come chi decide di intraprendere un viaggio verso zone di conflitto o in luoghi sconsigliati ufficialmente, lo faccia a proprio rischio e pericolo. Ciò nonostante, Stoccolma continua a mantenere un atteggiamento critico nei confronti di Israele, non escludendo sanzioni contro lo Stato ebraico. Una linea che non ha impedito al governo di resistere alle pressioni interne: proteste davanti al ministero e centinaia di messaggi e telefonate non hanno smosso l’esecutivo.
Intanto, secondo indiscrezioni, Israele avrebbe già pronto un piano: l’abbordaggio delle imbarcazioni e il trasferimento degli attivisti su una nave militare, con successivo sbarco nel porto di Ashdod, come avvenuto a giugno con la Madleen. Qui verrà offerta l’espulsione immediata, altrimenti i partecipanti rischiano una detenzione fino a 72 ore, in attesa dell’udienza per il decreto di espulsione. La scorsa estate Greta accettò il rimpatrio immediato, mentre altri attivisti preferirono attendere davanti a un giudice.