Global Sumud Flotilla, imbarcazioni a 366 miglia nautiche da Gaza, Delia: "Tra 48 ore saremo in zona ad alto rischio, siamo seguiti da droni"
La Flotilla a 360 miglia da Gaza sfida il blocco israeliano. Droni la sorvegliano, cresce il rischio di un abbordaggio: “Solidarietà non è provocazione”
Le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla si trovano attualmente a 366 miglia nautiche da Gaza, che corrispondono a circa 3-4 giorni di navigazione. La portavoce italiana Maria Elena Delia ha dichiarato al ministro delle Difesa Guido Crosetto: "Tra 48 ore saremo nella zona considerata ad alto rischio e siamo seguiti costantemente da droni".
Global Sumud Flotilla, imbarcazioni a 366 miglia nautiche da Gaza, Delia: "Tra 48 ore saremo in zona ad alto rischio, siamo seguiti da droni"
La Global Sumud Flotilla continua a navigare verso Gaza nonostante le crescenti minacce israeliane di un abbordaggio in alto mare. La flotta, composta da 44 imbarcazioni con circa 300 partecipanti a bordo, si trova a poco più di 360 miglia nautiche dalla Striscia e potrebbe raggiungere la zona “ad alto rischio” entro due giorni. Una traversata che, secondo gli organizzatori, non è solo un viaggio di solidarietà ma un atto politico contro il blocco imposto da Israele, che da anni priva la popolazione palestinese di aiuti vitali.
Dalla partenza dalle acque greche, le navi sono state costantemente seguite da droni. A differenza di episodi precedenti, questa volta i velivoli si sono mantenuti a quota elevata, senza attaccare. Ma la loro presenza segnala la sorveglianza continua e la possibilità di un intervento militare imminente da parte di Tel Aviv. Stefano Bertoldi, comandante della Zefiro, ha lanciato un allarme chiaro: "Il prossimo assalto potrebbe essere micidiale, con il rischio di gravi feriti e, purtroppo, di morti".
Israele afferma di non voler usare forza letale, ma la prospettiva di un’operazione di abbordaggio resta altissima. L’obiettivo dichiarato: arrestare gli attivisti e sequestrare le navi.
Intanto, cresce la tensione diplomatica. Il governo italiano invita alla prudenza, mentre la Chiesa e alcuni parlamentari tentano una mediazione per garantire corridoi umanitari. Il governo italiano ha comunque avvertito: “Se forzano il blocco, ogni vita è a rischio, con pericoli elevatissimi e non gestibili”. Ma per Israele la missione è solo “una provocazione al servizio di Hamas”. Gli attivisti respingono con fermezza queste accuse: "Noi navighiamo nella piena legalità, portiamo aiuti e chiediamo libertà per Gaza".