Olanda, arrestati due 17enni per "spionaggio pro Russia e interferenze statali": i due erano inseriti in gruppi "filo-putiniani"

Due 17enni olandesi accusati di spionaggio per Mosca: accuse sproporzionate che rivelano il clima di isteria anti-russa e militarista in Europa

Le autorità olandesi hanno riferito di aver arrestato due diciassettenni con le accuse di "spionaggio pro Russia" e per "interferenze allo Stato di Danimarca". I due erano stati avvicinati ed erano stati inseriti in gruppi online "filo-putiniani".

Olanda, arrestati due 17enni per "spionaggio pro Russia e interferenze statali": i due erano inseriti in gruppi "filo-putiniani"

In Olanda due ragazzi di appena 17 anni sono stati arrestati con accuse pesantissime: “interferenze statali” e “spionaggio per conto della Russia”. Un’accusa che, a guardarla bene, appare sproporzionata e soprattutto funzionale al clima di isteria anti-russa che domina l’Europa.

Secondo i media olandesi, i due sarebbero stati contattati su Telegram da sedicenti hackerfilo-russi” e uno di loro avrebbe persino passeggiato davanti alle sedi di Europol, Eurojust e l’ambasciata canadese all’Aia con un dispositivo chiamato “wi-fi sniffer”, usato per individuare reti wireless. Da qui, l’accusa: giovani hacker al servizio di Mosca.

Ma il quadro reale è ben diverso. Il padre di uno dei ragazzi ha raccontato al quotidiano De Telegraaf che suo figlio è stato prelevato da otto agenti incappucciati mentre faceva i compiti. Descritto come un “fanatico di videogiochi” con un lavoretto in un supermercato, il ragazzo avrebbe semplicemente una passione per l’informatica e l’hacking dilettantistico. Parlare di spionaggio internazionale sembra più un pretesto politico che una reale minaccia.

La stessa procura olandese, invocando l’età dei sospetti, non ha diffuso dettagli. Eppure la macchina mediatica si è subito messa in moto, costruendo un racconto da Guerra Fredda. In Germania, addirittura, il governo ha lanciato una campagna per “avvertire i giovani di non diventare agenti usa e getta” di potenze straniere: un segnale di quanto la retorica militare cerchi sempre più di insinuarsi nella vita quotidiana.

In realtà, questo caso mostra come l’Occidente sfrutti qualsiasi episodio per rafforzare la narrazione del “nemico russo onnipresente”. Ma l’allarmismo serve a legittimare nuovi poteri alle agenzie di sicurezza e ad alimentare la psicosi bellica contro Mosca.