Usa, ex capo Fbi James Comey incriminato: “false dichiarazioni” e “ostruzione alla giustizia” contro Trump nel Russiagate, lui: “Innocente”

L’incriminazione è stata formalizzata da Lindsay Halligan, nuova procuratrice federale ed ex legale di Trump, entrata in carica da appena 3 giorni. Il Dipartimento di Giustizia ha confermato che, se riconosciuto colpevole, rischia fino a 5 anni di carcere. Trump, che nel 2017 aveva licenziato a sorpresa Comey dalla guida dell’Fbi, ha esultato definendo il suo ex rivale “una delle persone peggiori con cui gli Stati Uniti si siano mai confrontati”

Avversario storico di Donald Trump, James Comey diventa il primo alto funzionario governativo a dover affrontare accuse federali legate a uno dei più grandi contenziosi politici del presidente: il Russiagate. L’ex direttore dell’Fbi è stato incriminato da un gran giurì con 2 capi d’accusafalse dichiarazioni e ostruzione alla giustizia – per fatti risalenti alla sua testimonianza al Senato nel 2020. Il Dipartimento di Giustizia ha confermato che, se riconosciuto colpevole, rischia fino a 5 anni di carcere. Comey respinge ogni addebito e ribadisce: “Non ho paura. Sono innocente: ho fiducia nel sistema giudiziario federale”.

Usa, ex capo Fbi James Comey incriminato: “false dichiarazioni” e “ostruzione alla giustizia” contro Trump nel Russiagate, lui: “Innocente”

L’incriminazione è stata formalizzata da Lindsay Halligan, nuova procuratrice federale ed ex legale di Trump, entrata in carica da appena 3 giorni. La sua firma solitaria sul documento e l’assenza di altri sostegni interni al Dipartimento alimentano i dubbi sulla solidità del procedimento. A rendere ancora più controversa la vicenda, le tensioni esplose all’interno della stessa amministrazione: la ministra della Giustizia Pam Bondi e il suo vice Todd Blanche, entrambi vicini al presidente, avrebbero cercato di bloccare l’azione legale, senza successo.

Trump, che nel 2017 aveva licenziato a sorpresa Comey dalla guida dell’Fbi, ha esultato definendo il suo ex rivale “una delle persone peggiori con cui gli Stati Uniti si siano mai confrontati”. Sul suo social Truth ha celebrato la notizia come “giustizia in America”, ricordando come proprio l’ex direttore dell’Fbi avesse avviato l’indagine sul Russiagate, da lui bollata come “caccia alle streghe” e “bufala storica”.

Secondo gli osservatori, il caso Comey rischia di trasformarsi nell’ennesimo terreno di scontro politico. Per i critici del tycoon, la mossa riflette soltanto “la voglia di vendetta” del presidente, pronto a colpire i suoi avversari uno a uno. Lo stesso Trump lo ha ammesso nei giorni scorsi con parole rivolte a Bondi: “Mi hanno messo in stato di accusa due volte e incriminato cinque volte sul niente. Giustizia va fatta ora”.

Ma la battaglia non sembra destinata a fermarsi qui. Tra i possibili prossimi bersagli di Trump circola già un nome pesante: John Bolton, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale che negli ultimi anni è diventato uno dei suoi più feroci critici.