Onu, anche Principato di Monaco, Belgio, Lussemburgo, Malta e Andorra riconoscono Palestina insieme a Francia, oggi Assemblea per soluzione a 2 Stati

Cresce il fronte internazionale a sostegno della Palestina: nuovi riconoscimenti europei aumentano la pressione su Israele e isolano l’Italia attendista

Nella tarda serata italiana di lunedì 22 settembre, anche il Principato di Monaco, Belgio, Lussemburgo, Malta e Andorra hanno riconosciuto, insieme alla Francia, lo Stato di Palestina.

Oggi, martedì 23 settembre, si apre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per discutere del riconoscimento della Palestina e della soluzione a 2 Stati per il Medio Oriente.

Onu, anche Principato di Monaco, Belgio, Lussemburgo, Malta e Andorra riconoscono Palestina insieme a Francia, oggi Assemblea per soluzione a 2 Stati

Nel pomeriggio di lunedì 22 settembre, anche Belgio, Lussemburgo, Andorra, Monaco e Malta hanno annunciato ufficialmente il riconoscimento dello Stato di Palestina, seguendo la strada aperta dalla Francia. Con queste adesioni, il numero dei paesi membri delle Nazioni Unite che hanno riconosciuto la Palestina sale a 157 su 193, un traguardo che evidenzia la crescente pressione diplomatica su Israele e sui suoi alleati.

Il gesto dei piccoli Stati europei, solitamente defilati nelle dinamiche geopolitiche, assume un significato fortemente simbolico. La scelta di Monaco e Andorra, così come quella di Lussemburgo e Belgio, va letta come un allineamento sempre più netto dell’Europa verso la legittimazione di uno Stato palestinese indipendente, spingendo l’Unione a uscire dall’ambiguità che l’ha caratterizzata finora. La Francia, con il suo riconoscimento all’Assemblea generale dell’Onu, ha rappresentato il passo più pesante sul piano politico e diplomatico, destinato a influenzare altre capitali.

Israele ha reagito con freddezza, ribadendo che la nascita di uno Stato palestinese non è un’opzione e ventilando nuove annessioni in Cisgiordania. Ma la realtà internazionale mostra un quadro diverso: dal 2023, ben quattordici paesi hanno scelto di compiere questo passo, tra cui Spagna, Irlanda e Norvegia, e il fronte continua ad allargarsi.

Resta ora l’incognita Italia. Roma, pur avendo votato a favore della risoluzione Onu di luglio sulla “soluzione dei due Stati”, mantiene una posizione attendista, subordinando ogni riconoscimento alla "fine della guerra a Gaza" e alla "distruzione di Hamas". Un atteggiamento che rischia di isolare il governo italiano all’interno dell’Unione Europea e di segnare un ritardo storico nel posizionarsi dalla parte dei diritti dei palestinesi.

Il messaggio proveniente da Bruxelles, Parigi e dagli altri paesi è chiaro: non si tratta solo di un atto simbolico, ma di uno strumento di pressione politica per fermare i crimini commessi dall’esercito israeliano e aprire finalmente uno spiraglio verso il cessate il fuoco e la pace.