Gaza, veto Usa a bozza risoluzione consiglio di sicurezza Onu su cessate il fuoco, unico no dopo 14 sì; Hamas avvisa Israele: “Non otterrà ostaggi”
Gli Stati Uniti hanno esercitato il veto su una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu redatta dai 10 membri non permanenti, lasciandosi così isolare rispetto agli altri 14 Paesi dell’organo più potente delle Nazioni Unite. La risoluzione puntava in particolare a chiedere a Israele di rimuovere tutte le limitazioni alle forniture di aiuti dirette ai 2,1 milioni di palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza e definiva la situazione umanitaria "catastrofica"
Gli Stati Uniti hanno posto il veto a una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul cessate il fuoco a Gaza, mentre gli altri 14 membri l’hanno approvata. Il testo chiedeva a Israele di rimuovere le limitazioni agli aiuti nei confronti dei 2,1 milioni di palestinesi nella Striscia, definendo la situazione umanitaria “catastrofica”. La mossa di Washington è stata motivata dall’assenza, a suo dire, di una condanna esplicita di Hamas e dal mancato riconoscimento del diritto di Israele a difendersi. Intanto le Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno avvisato Israele: “Dopo l'azione criminale su Gaza City, il nemico non otterrà un solo prigioniero, vivo o morto”.
Gaza, veto Usa a bozza risoluzione consiglio di sicurezza Onu su cessate il fuoco, unico no dopo 14 sì; Hamas avvisa Israele: “Non otterrà ostaggi”
Gli Stati Uniti hanno esercitato il veto su una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu redatta dai 10 membri non permanenti, lasciandosi così isolare rispetto agli altri 14 Paesi dell’organo più potente delle Nazioni Unite. La risoluzione — approvata appunto dagli altri 14 — puntava in particolare a chiedere a Israele di rimuovere tutte le limitazioni alle forniture di aiuti dirette ai 2,1 milioni di palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza e definiva la situazione umanitaria nella zona come “catastrofica”.
Prima della votazione Morgan Ortagus, consulente politico senior degli Stati Uniti, aveva anticipato la linea americana: “L'opposizione degli Stati Uniti a questa risoluzione non è una sorpresa”. Nel suo intervento la diplomatica ha sottolineato che, a suo avviso, il testo non condannava sufficientemente Hamas né riaffermava in modo netto il diritto di Israele a difendersi, oltre ad accusare alcuni passaggi del documento di legittimare narrazioni favorevoli ai gruppi militanti.
La reazione palestinese è stata immediata e dura. Riyad Mansour, ambasciatore palestinese presso le Nazioni Unite, ha espresso pubblicamente “la rabbia, la frustrazione e la delusione del popolo palestinese” per l’esito del voto, osservando che molti guardavano al Consiglio nella speranza che si aprissero corridoi d’aiuto e si mettesse fine alla sofferenza. “Posso capire la rabbia, la frustrazione e la delusione del popolo palestinese che forse sta guardando questa sessione del Consiglio di Sicurezza, sperando che ci sia qualche aiuto in arrivo e che questo incubo possa finire”, ha detto Mansour.
Il testo oggetto del contendere non si limitava a chiedere l’alleggerimento delle restrizioni sugli aiuti: ribadiva anche richieste già avanzate in precedenza — tra cui il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas e da altri gruppi armati dopo l’attacco del 7 ottobre 2023 — e denunciava “l’aggravarsi delle sofferenze” della popolazione civile a Gaza. Gli Stati Uniti — che si erano già opposti a risoluzioni analoghe nei mesi scorsi — avevano contestato che le bozze non legavano in modo chiaro le richieste di cessate il fuoco al rilascio incondizionato degli ostaggi, sostenendo che misure troppo generiche avrebbero finito per rafforzare i militanti.
A complicare il quadro, rapporti internazionali di recente pubblicazione hanno lanciato l’allarme sulla situazione alimentare a Gaza: un’agenzia internazionale ha parlato di aree di Gaza City in condizione di carestia, con il rischio concreto di diffusione in tutto il territorio senza un immediato cessate il fuoco e la rimozione degli ostacoli agli aiuti umanitari. Questa drammatica fotografia è stata citata anche nel testo della bozza che il Consiglio ha discusso.
Sul piano politico, il voto arriva a pochi giorni dall’apertura dell’Assemblea Generale dell’Onu, dove la questione palestinese è attesa tra i temi principali e dove diversi Paesi sarebbero pronti a riconoscere uno Stato palestinese indipendente in una mossa largamente simbolica ma di forte impatto diplomatico.
A rincarare la tensione sul campo, le Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno rilasciato dichiarazioni avvisando Israele: “Gli ostaggi israeliani 'sono distribuiti nei quartieri di Gaza City e non ci cureremo delle loro vite finché Netanyahu deciderà di ucciderli. L'inizio dell'operazione criminale a Gaza City e la sua espansione significano che il nemico non otterrà un solo prigioniero, vivo o morto'”. Le Brigate hanno avvertito che Israele si trova davanti a una “guerra di logoramento” che potrà costare nuovi morti e prigionieri.