Altro "capolavoro" dell'Unione Europea: la rottura con l'Iran sull'energia nucleare e l'arricchimento dell'uranio per fini civili
Quel che veramente stupisce è la meraviglia con la quale l’opinione pubblica e i governi europei accolgono le ormai decennali violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e Stati Uniti, come se ogni volta scoprissero i metodi brutali dell’impero statunitense e della sua pedina atlantica in Medio Oriente
Quel che veramente stupisce è la meraviglia con la quale l’opinione pubblica e i governi europei accolgono le ormai decennali violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e Stati Uniti, come se ogni volta scoprissero i metodi brutali dell’impero statunitense e della sua pedina atlantica in Medio Oriente.
Con Netanyahu e Trump è divenuto palese quel che era la norma anche in passato con le amministrazioni democratiche Usa. Mettiamo in fila le violazioni: bombe Nato a Belgrado, invasione di Afghanistan, Iraq e Libia, colpo di Stato a Kiev, sanzioni unilaterali, apartheid in Cisgiordania e crimini di guerra compiuti in una regione dove regna l’Anp e non un movimento terrorista, assedio di Gaza e punizioni collettive della popolazione a cominciare da “Piombo fuso” (2008-2009), invasione di Gaza e genocidio, attacchi ripetuti al Libano dagli anni Ottanta, crimini di Sabra e Chatila fino ai più recenti attacchi terroristici per la decapitazione della leadership di Hezbollah, fomentazione della guerra civile in Siria e attacchi al paese, attentati terroristici contro l’Iran, fino al più recente bombardamento dei siti nucleari, omicidi della leadership politica di Hamas in Iran e a Doha, la stessa Hamas con cui si negozia. Sono sicura di aver dimenticato molti altri eventi criminali. Naturalmente l’élite europea, al fine di gestire il consenso, pronuncia ridicole frasi di condanna, l’aggettivo più inflazionato è “inaccettabile”, mentre di fatto la violazione del diritto internazionale, gli atti mafiosi come l’attacco alla Flotilla, o ben più gravemente, l’assassinio statunitense di 11 venezuelani considerati, senza nessuna prova, narcotrafficanti, si succedono con la complicità più o meno evidente dei liberi e democratici Paesi occidentali. L’opinione pubblica maggioritaria presta scarsissima attenzione ai ripetuti crimini in quanto la propaganda planetaria ha ormai inserito nel Dna dei cittadini un pregiudizio radicato: l’Occidente buono si difende dai cattivi, autocrazie e terrorismo. La prima parte del libro Un approdo per noi naufraghi, che uscirà con PaperFirst in ottobre, è dedicata alla distruzione del multilateralismo e delle norme internazionali, costruite nel dopoguerra dall’Occidente trionfante, e ora simulacro difeso soltanto dai Brics. Si documentano i processi che ci hanno portato ai gravissimi eventi odierni, dal genocidio alla guerra in Europa. In Medio Oriente l’escalation non ha limiti. Mi ha sempre meravigliato che Hamas e Hezbollah avessero strategie in grado di fare da sponda alla più oscura e ipocrita retorica israeliana. I missili lanciati nel vuoto che offrivano l’occasione per continue rappresaglie contro i palestinesi, la beffa del non riconoscimento di Israele che ha nutrito le azioni criminali di Tel Aviv sono esempi di una complicità paradossale tra terrorismo di Stato ed estremismi. L’attentato a Gerusalemme avvenuto il giorno in cui si attendeva il processo a Netanyahu è il più recente evento che lascia perplessi.
L’Iran, al contrario, è stato in grado, soprattutto recentemente, grazie a una diplomazia preparata e all’influenza di politici progressisti, di prendere posizioni moderate, temperando le risposte alle continue provocazioni israeliane. Eppure, secondo il colonnello statunitense D. Macgregor, si sta preparando un nuovo imminente attacco all’Iran. A nulla vale che Teheran in diverse occasioni, (me lo ha confermato pochi giorni fa l’ambasciatore iraniano in Italia, Mohammad Reza Sabouri) abbia comunicato di essere disponibile a rispettare gli obblighi del trattato sul nucleare del 2015, firmato e garantito dai 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza più Germania e Europa. La posizione intransigente di Trump, uscito unilateralmente dal Tnp nel 2018, a cui si allineano le potenze europee E3, rimane la stessa. Non viene ammesso l’arricchimento di uranio, anche solo per scopi civili.
È ovvio che un Paese di 90 milioni di abitanti la cui economia dipende fortemente dall’energia nucleare non potrà accettare il diktat occidentale. Si ha purtroppo l’impressione che il nucleare iraniano sia concepito dagli occidentali come un’arma di destabilizzazione del Paese, oppure come alibi per gli illegali attacchi militari. La situazione in Medioriente è divenuta esplosiva come nella frontiera orientale dell’Europa. Russia e Cina alleate di Teheran evitano di assumere toni bellicosi, mantenendo ferma la loro posizione contraria alle sanzioni illegali verso l’Iran e garante degli obblighi del Jcpoa. Di fronte all’ottusità occidentale, non mi stupirei se Mosca e Pechino non si convincano rapidamente che l’unico modo di temperare la hubris della Nato sia fornire l’arma nucleare all’Iran e, in caso di attacco, di aiutare il paese militarmente. Siamo di fronte al nuovo capolavoro di una diplomazia europea inesistente.