Brasile, ex presidente Jair Bolsonaro condannato a 27 anni e 3 mesi da Corte Suprema per “tentato colpo di stato”, Trump dissente: “Sentenza sorprendente”
La decisione segna un passaggio storico: è la prima volta che un ex capo di Stato brasiliano viene condannato per un crimine di tale portata. Bolsonaro è stato riconosciuto colpevole dalla Corte Suprema di Brasilia per aver guidato una cospirazione golpista contro Luiz Inácio Lula da Silva dopo la sconfitta elettorale del 2022. La difesa ha già annunciato che farà ricorso a livello internazionale
La Prima sezione della Corte Suprema del Brasile ha condannato a 27 anni e 3 mesi di reclusione l’ex presidente Jair Bolsonaro, riconosciuto colpevole di "tentato colpo di Stato" e di una serie di altri reati connessi. La decisione segna un passaggio storico: è la prima volta che un ex capo di Stato brasiliano viene condannato per un crimine di tale portata. La sentenza è stata approvata a maggioranza dai giudici, con il presidente del collegio Cristiano Zanin che si è aggiunto ai voti favorevoli di Cármen Lúcia, Alexandre de Moraes e Flávio Dino. Bolsonaro, attualmente agli arresti domiciliari a Brasilia, potrà comunque presentare ricorso. Sulla vicenda è intervenuto anche Donald Trump, parlando di “sentenza sorprendente”.
Brasile, ex presidente Jair Bolsonaro condannato a 27 anni e 3 mesi da Corte Suprema per “tentato colpo di stato”, Trump dissente: “Sentenza sorprendente”
Non solo Bolsonaro: insieme a lui sono stati giudicati colpevoli figure di spicco delle istituzioni e delle forze armate. Tra questi il generale Walter Braga Netto, già ministro della Difesa, il tenente colonnello Mauro Cid, ex aiutante di campo e testimone chiave dell’accusa, l’ex comandante della Marina Almir Garnier, l’ex capo dell’intelligence Alexandre Ramagem, i generali ed ex ministri Augusto Heleno e Paulo Sergio Noguera, e infine Anderson Torres, già ministro della Giustizia.
I reati contestati agli imputati sono molteplici: “colpo di Stato”, “abolizione violenta dello Stato democratico di diritto”, “organizzazione criminale”, “danno aggravato al patrimonio della Federazione” e “deterioramento del patrimonio storico e culturale”. Secondo la tesi della Procura, accolta in gran parte dalla maggioranza dei giudici, il gruppo criminale avrebbe pianificato ed eseguito, tra il 2021 e il 2023, una serie di azioni con l’obiettivo di impedire a Luiz Inacio Lula da Silva di insediarsi alla guida del Paese dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del 2022.
“La gravità e l'intensità della colpevolezza, dei motivi, delle circostanze e delle conseguenze del reato sono ampiamente sfavorevoli all'imputato Jair Messias Bolsonaro”, ha dichiarato il giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes, relatore del caso. Secondo Moraes, l’ex presidente “ha strumentalizzato l'apparato statale e mobilitato agenti e risorse pubbliche con l'intento di diffondere false narrazioni per provocare instabilità sociale e perpetuarsi al potere”.
La condanna ha immediatamente suscitato reazioni internazionali. Duro il commento del presidente americano Donald Trump: “La condanna è sorprendente. È quello che hanno tentato di fare con me, ma non ci sono riusciti. Ho visto il processo, e lo conosco bene: è una brava persona ed è stato un buon presidente per il Brasile”.
Solidarietà è arrivata anche dall’Italia, con il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che su X ha scritto: “Solidarietà e vicinanza all'amico Jair Bolsonaro. Quando non ha più argomenti, la sinistra usa ogni mezzo per colpire gli avversari politici, a cominciare da quello giudiziario. Non ti fermeranno, forza presidente”.