Ex soldato Idf Ilan Raz crea videogame sparatutto "Shield of David" ambientato a Gaza, data di uscita 7 ottobre, Ong: "Mitizzazione genocidio"

Sviluppato da un ex soldato dell’Idf, “Shield of David” mostra la guerra a Gaza dal punto di vista di un soldato israeliano e scatena polemiche su civili e propaganda

Uscirà il 7 ottobre, data non casuale, il video game di tipologia sparatutto "Shield of David", ambientato a Gaza. Il creatore è un ex soldato dell'Idf, l'israeliano Ilan Raz, che è stato travolto da critiche dal mondo del web e dalle Ong di tutto il mondo, che hanno trovato "decisamente fuori luogo" il lancio del videogioco, una "mitizzazione del genocidio".

Ex soldato Idf Ilan Raz crea videogame sparatutto "Shield of David" ambientato a Gaza, data di uscita 7 ottobre, Ong: "Mitizzazione genocidio"

Sarà disponibile il prossimo 7 ottobreShield of David”, un videogioco di guerra sviluppato da Ilan Raz, ex soldato dell’Idf. Ambientato a Gaza durante l’operazione “Spade di Ferro”, il titolo si presenta come uno sparatutto in terza persona che segue la vita inventata ma iper-realistica di Alexander, un soldato israeliano impegnato in missioni nella Striscia. Secondo Raz, 32 anni, il gioco non si concentra solo su sparatorie ed esplosioni: l’obiettivo dichiarato è “umanizzare i combattenti” e raccontare le loro paure, la nostalgia di casa e le difficoltà affrontate dai soldati in guerra.

Tuttavia, i trailer pubblicati sul canale YouTube di Raz hanno già scatenato un acceso dibattito. In alcune sequenze, il giocatore può salire a bordo di carri armati e bulldozer per radere al suolo abitazioni di Gaza, generando accuse di propaganda e insensibilità verso i civili. Commenti su Al Jazeera e sui social sollevano domande provocatorie: “C’è un bonus se uccidi civili o minori?” o “Mostrerà scene di attacchi a bambini?”, ma anche affermazione come "Mitizzazione del genocidio". La questione si inserisce nel più ampio contesto delle accuse rivolte all’Idf di trattare Gaza come se fosse un videogioco reale durante operazioni militari.

Nonostante le polemiche, Raz difende il progetto, sottolineando che la trama si basa su ricerche, interviste e testimonianze di soldati, e non è inteso come strumento di propaganda. In trattativa con grandi piattaforme come Epic Games, il creatore ha rifiutato modifiche sostanziali che alterassero la storia originale. Raz ha annunciato inoltre un livello bonus che permetterà ai giocatori di simulare un attacco a un reattore nucleare in Iran, definendolo provocatorio ma coerente con la sua visione.

Il gioco si inserisce in un filone più ampio di titoli bellici controversi, come “America’s Army” o “Six Days in Falluja”, che hanno mescolato ludicizzazione della guerra e messaggi propagandistici.

Con “Shield of David”, la guerra a Gaza diventa così un’esperienza virtuale giocabile, sollevando interrogativi etici sul ruolo dei videogiochi nella rappresentazione dei conflitti reali e sulla linea sottile tra documentazione e propaganda.