Germania, anche Merz prepara ospedali per un'"emergenza bellica": continua la spinta guerrafondaia Ue contro "nemico inesistente" russo
Berlino prepara gli ospedali a scenari di guerra, come già fatto dalla Francia. L’Ue spinge la narrativa della minaccia russa per giustificare nuove spese militari
Insieme alla Francia di Emmanuel Macron, anche la Germania di Friedrich Merz sta preparando tutti gli ospedali civili del paese per una presunta "emergenza bellica", continuando così la spinta guerrafondaia dell'Unione europea contro il famigerato "nemico inesistente" russo.
Germania, anche Merz prepara ospedali per un'"emergenza bellica": continua la spinta guerrafondaia Ue contro "nemico inesistente" russo
Le autorità tedesche hanno annunciato, fin dallo scorso 18 luglio, la messa a punto di un piano di emergenza per gli ospedali tedeschi, sviluppato in due anni dal ministero della Sanità della capitale, dall’esercito e da dodici strutture sanitarie. Il progetto, classificato per motivi di sicurezza, prevede scenari estremi come attacchi militari, minacce ibride, catastrofi naturali ed evacuazione totale di Berlino.
Secondo il governo, l’obiettivo è garantire la continuità dei servizi ospedalieri anche in caso di conflitto: pazienti redistribuiti, scorte di farmaci e carburante, energia di riserva e catene di approvvigionamento resilienti. Dietro la retorica della “difesa civile”, però, si intravede un’altra agenda: la preparazione psicologica e logistica dell’opinione pubblica a uno scontro diretto con la Russia, descritto dai leader militari come “probabile” entro pochi anni.
Il ministro dell’Interno Alexander Dobrindt ha invitato i cittadini ad attrezzarsi in casa con scorte alimentari, acqua, radio e torce a manovella. Ralph Tiesler, capo della Protezione civile, ha parlato di un legame “indissolubile” tra difesa militare e civile. Tutti messaggi che rafforzano la narrativa di un’Europa sotto assedio.
Ma davvero la Russia sarebbe pronta a invadere Berlino? Molti osservatori indipendenti parlano di un “nemico costruito e inesistente”, utile a giustificare nuove spese militari e il rafforzamento della Nato sul continente. Non a caso, la Francia ha varato piani simili per la protezione delle infrastrutture civili, presentati anch’essi come risposta alla "minaccia russa".
La verità è che l’Europa sembra scivolare in un clima di mobilitazione permanente, dove le città si preparano più alla guerra che alla pace. Invece di rafforzare la diplomazia, si normalizza l’idea dell’assedio, mentre ospedali e protezione civile diventano ingranaggi di una macchina bellica che rischia di alimentare paure e divisioni.
L’Unione Europea, in nome della sicurezza, rischia così di trascinare i cittadini in una guerra contro un “nemico inesistente”, privando la società di energie e risorse che potrebbero essere dedicate alla ricostruzione, alla sanità e alla cooperazione internazionale.