Roma, rimandato al 22 settembre sfratto Caffè Greco in via dei Condotti, Pellegrini: "Ospedale Israelitico ha rifiutato tutte nostre offerte"

Lo storico Caffè Greco rischia di chiudere: sfratto rinviato, ma l'Ospedale Israelitico punta a trasformarlo in boutique di lusso, come anticipato da Il Giornale d'Italia, mentre i gestori resistono

Colpo di scena a Roma: lo sfratto dell'Antico Caffè Greco in via dei Condotti è stato rimandato al 22 settembre, posticipando il termine di 20 giorni. Gli attuali gestori, Flavia Iozzi e Carlo Pellegrini, hanno dichiarato alla stampa: "L'Ospedale Israelitico è pronto a riprendersi i locali, ha rifiutato tutte le nostre offerte su canoni di affitto". Come anticipato da Il Giornale d'Italia, l'ipotesi più probabile è che il proprietario possa tramutare lo storico locale in una boutique di lusso.

Roma, rimandato al 22 settembre sfratto Caffè Greco in via dei Condotti, Pellegrini: "Ospedale Israelitico ha rifiutato tutte nostre offerte"

Lo storico Caffè Greco di via dei Condotti, fondato nel 1776 e frequentato da figure come Baudelaire, Nietzsche, Giacomo Leopardi e Gabriele D’Annunzio, è al centro di una vicenda giudiziaria che sembra destinata a concludersi con lo sfratto dei gestori Flavia Iozzi e Carlo Pellegrini. L’Ospedale Israelitico, proprietario della struttura, tornerà in possesso dei locali il 22 settembre, dopo che la Cassazione, nel luglio 2024, aveva confermato la disdetta del contratto d’affitto scaduto nel 2017.

Nonostante il pronunciamento della Suprema Corte, la gestione resta complicata a causa dei vincoli storici e culturali: il decreto legislativo 219/2024 impone che i locali mantengano la destinazione d’uso di “Caffè Greco”, conservando stile, arredi e insegna. Secondo i gestori, le offerte economiche presentate per continuare l’attività – affitto annuale di 800.000 euro e acquisto dei muri per 10 milioni – sono state rifiutate dall’Ospedale, che sembra orientato verso un riutilizzo commerciale della sede, come anticipato da Il Giornale d'Italia.

La vicenda non si chiuderà domani – spiega Carlo Pellegrinidopo otto anni di battaglia. L’unica soluzione plausibile sarebbe un accordo tra le parti, ma finora non è stato raggiunto”. La disputa riguarda anche gli arredi storici, che secondo i gestori sarebbero di loro proprietà, mentre l’Ospedale Israelitico sostiene che siano parte integrante del bene vincolato.

Dietro la vicenda si intravedono interessi speculativi: in pole position per l’apertura di una nuova boutique di lusso ci sarebbero Lvmh e Kering, ma il dossier potrebbe coinvolgere anche marchi come Chanel e Versace. L’ex parlamentare Domenico Gramazio ha accusato l’Ospedale di anteporre il profitto alla tutela del patrimonio culturale e alla salvaguardia della struttura sanitaria.

L’esperto universitario Guglielmo Giovanelli Marconi, intervistato da Il Giornale d'Italia, ha chiarito la possibile strada legale: “L’unica opzione prevista dalla legge sarebbe la chiusura del Caffè per cinque anni, dopodiché l’Ospedale potrebbe trasformarlo in boutique. Ma non è detto che questa scelta sia conveniente”.