Francia, rifiutato accesso a 150 bambini israeliani in un parco divertimenti, il proprietario: "Stop a genocidio a Gaza", arrestato

Il rifiuto di un direttore francese del parco divertimenti Tyrovol a un gruppo di minori israeliani per idee personali sul genocidio a Gaza riaccende il dibattito sul presunto antisemitismo in Europa

In un parco divertimenti francese, chiamato Tyrovol,il proprietario Floran Shaack ha rifiutato di far entrare 150 bambini israeliani, citando come motivazione "le proprie convinzioni personali sul genocidio a Gaza, che deve finire". Secondo i media d'oltralpe, il direttore è stato arrestato e rischia fino a 3 anni per discriminazione.

Francia, rifiutato accesso a 150 bambini israeliani in un parco divertimenti, il proprietario: "Stop a genocidio a Gaza", arrestato

Un episodio avvenuto nei Pirenei orientali sta suscitando grande eco in Francia e in Israele. A Porté-Puymorens, il direttore di un parco divertimenti ha negato l’accesso a un gruppo di 150 bambini e adolescenti israeliani, tra gli 8 e i 16 anni, giunti con prenotazione già effettuata. L’uomo, 42 anni, ha giustificato il rifiuto con “convinzioni personali” ed è stato arrestato con l’accusa di discriminazione religiosa: rischia fino a tre anni di carcere. La procura di Perpignan ha aperto un’indagine.

Secondo i media francesi, i giovani turisti, partiti dalla Spagna, sono stati poi trasferiti in un’altra località sotto scorta della polizia, senza incidenti. L’episodio ha immediatamente scatenato accuse di antisemitismo da parte delle associazioni ebraiche locali e delle autorità israeliane, che lo hanno definito “ulteriore prova del pericolo di essere ebrei e israeliani in Europa”.

Il caso, però, si inserisce in un contesto molto più ampio. Negli ultimi mesi, in diversi Paesi europei, si sono moltiplicati episodi che coinvolgono cittadini israeliani in vacanza. Questi episodi sono letti in Israele come manifestazioni di odio religioso. Ma per una parte crescente dell’opinione pubblica europea si tratta di espressioni di protesta contro le politiche del governo Netanyahu e contro un genocidio che ha causato decine di migliaia di morti palestinesi, in gran parte civili, e distrutto quasi interamente la Striscia di Gaza.

Il gesto del direttore francese riflette la tensione tra legalità e morale politica: da un lato l’obbligo di garantire pari diritti a tutti, dall’altro la crescente indignazione per le azioni di uno Stato accusato di crimini di guerra.