"Israele fuori da Uefa e Fifa", appello di AssoAllenatori a Gravina per sospendere Stato ebraico dal calcio: "Non possiamo girarci dall'altra parte"

L'Associazione Italina Allenatori di Calcio, guidata da Renzo Uilivieri, scrive al presidente della FIGC Gabriele Gravina: "Sospendere temporaneamente Israele dalle competizioni calcistiche"

"Israele fuori da Uefa e Fifa", questo è l'appello dell'Associazione Italiana Allenatori di Calcio al presidente della FIGC Gabriele Gravina. L'AssoAllenatori, guidata da Renzo Ulivieri, ha scritto una lettere ai vertici del calcio italiano per chiedere una "sospensione temporanea" dello Stato ebraico dalle competizioni sportive, per via di quanto il governo Netanyahu sta portando avanti nella Striscia di Gaza. "Non possiamo girarci dall'altra  parte", scrivono nella lettera.

Il 14 ottobre la Nazionale, guidata da Gennaro Gattuso, ospiterà ad Udine la compagine israeliana per le qualificazioni ai prossimi Mondiali del 2026. Una partita che è stata al centro delle polemiche anche per via delle dichiarazioni del ministro dello Sport Abodi, il quale ha dichiarato che la partita si giocherà perchè, a differenza di quanto accaduto con la nazionale russa, "Israele è il paese aggredito".

"Israele fuori da Uefa e Fifa", appello di AssoAllenatori a Gravina per sospendere Stato ebraico dal calcio: "Non possiamo girarci dall'altra parte"

Il testo della lettera dell'AssoAllenatori al presidente Gravina: "Una partita di calcio, preceduta dagli inni nazionali, può essere considerata solo una partita di calcio? Quel che sta accadendo nella striscia di Gaza, con riflessi pesanti in Cisgiordania e Libano, può essere semplicemente annoverato come uno dei 56 conflitti attivi nel mondo, che dovrebbero avere stessa attenzione e uguale reazione?

Il massacro terroristico compiuto da Hamas il 7ottobre 2023, con oltre un migliaio di vittime innocenti israeliane più la presa di 250 ostaggi, può giustificare la feroce rappresaglia genocida di Israele, che ha fatto decine di migliaia di morti civili palestinesi, fino ad annunciarne la deportazione?

Sono tutte domande che l'Associazione Italiana Allenatori di Calcio si è posta e che pone adesso alle altre componenti federali e alla Figc tutta, anche in vista dei prossimi incontri che vedranno la Nazionale italiana, l'8 settembre e il 15 ottobre, opposta a quella israeliana.

L'enormità degli accadimenti che si stanno susseguendo in quei territori martoriati impone una presa di coscienza da parte di ognuno e anche, a nostro avviso, una azione concreta, commisurata al dramma in atto. Non è più tempo di moral suasion nei confronti del governo Netanyahu, palesemente sordo agli appelli che gli vengono rivolti da più parti, comprese partecipate manifestazioni di piazza e voci importanti del suo stesso popolo. A conferma che le critiche e le contestazioni oggettive non strizzano l'occhio ai terroristi di Hamas (una parte non secondaria del problema), e soprattutto non nascondono pulsioni antisemite irrisolte.

Lo diciamo con forza: davanti all'Olocausto siamo per sempre tutti ebrei e nessuno vuol togliere il segnalibro della memoria. Ma la Storia non si è fermata a quell'orrore e ci interroga oggi, senza sconti per nessuna nazione. Senza dimenticare che l'occhio per occhio biblico resta una formula affidata da Dio a Mosé perché la reazione a un male subìto non sia sproporzionata. Vale per ogni singolo, vale a maggior ragione per uno Stato democratico.

Il comma 5 dell'art.2 dello Statuto federale recita: la FIGC promuove l'esclusione dal giuoco del calcio di ogni forma di discriminazione sociale, di razzismo, di xenofobia e di violenza.

Il Consiglio Direttivo dell'Aiac unanimemente, crede dunque che davanti alle stragi quotidiane, che hanno riguardato anche centinaia di morti tra dirigenti, tecnici e atleti, compreso la stella del calcio palestinese Suleiman al-Obeid, sia legittimo, necessario, anzi, doveroso, porre al centro del dibattito federale la richiesta, da proporre a Uefa e Fifa, dell'esclusione temporanea di Israele dalle competizioni sportive. Perché il dolore del passato non può oscurare coscienza e umanità alcuna".