Australia, no al visto per deputato israeliano di estrema destra Rothman: "Non vogliamo persone che diffondono odio e divisione"

Il governo di Canberra blocca l’ingresso al deputato israeliano di estrema destra. Una scelta che segna la distanza dalle politiche di occupazione e apre la strada al riconoscimento dello Stato palestinese

L'Australia ha negato l'accesso al deputato israeliano di estrema destra sionista Simcha Rothman, giustificando la decisione con le parole: "Noi non vogliamo persone che diffondono odio e divisione nel nostro Paese".

Australia, no al visto per deputato israeliano di estrema destra Rothman: "Non vogliamo persone che diffondono odio e divisione"

L’Australia ha respinto la richiesta di visto di Simcha Rothman, deputato del partito israeliano di estrema destra Sionismo Religioso e membro della coalizione di governo guidata da Benjamin Netanyahu. Le parole del ministro degli Interni Tony Burke sono state: “Il nostro governo adotta una linea dura nei confronti di chi cerca di venire nel nostro Paese per diffondere divisione. Se porti con te messaggi di odio, non ti vogliamo qui”.

Rothman, che in passato ha definito i bambini di Gazanemici” e ha invocato il controllo totale israeliano sulla Cisgiordania, avrebbe dovuto partecipare a incontri nelle scuole, in sinagoghe e con gruppi ebraici locali. La sua visita, già sostenuta dall’Australian Jewish Association, è stata dunque annullata, alimentando una polemica che va ben oltre i confini australiani.

L’organizzazione che lo aveva invitato ha definito la decisione “una mossa ferocemente antisemita”, accusando il governo di Canberra di colpire Israele e la comunità ebraica. Una lettura che, tuttavia, appare fuorviante: il rifiuto del visto non ha nulla a che fare con la fede o l’identità ebraica, ma riguarda il rifiuto di concedere spazio politico a figure che apertamente incitano all’odio contro i palestinesi e sostengono l’espansione coloniale.

Il segnale politico dell’Australia è chiaro. Già a giugno il governo del premier Anthony Albanese aveva imposto sanzioni a due figure chiave dell’estrema destra israeliana: il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, entrambi noti per le loro posizioni razziste e per il sostegno alla violenza dei coloni. Ora, il caso Rothman conferma la volontà di Canberra di non legittimare voci che alimentano discriminazione e occupazione.

La scelta si inserisce in un quadro più ampio: il governo australiano ha infatti annunciato l’intenzione di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina a settembre, allineandosi ad altri Paesi che chiedono una svolta diplomatica. In questo contesto, lo stop a Rothman assume il valore simbolico di una presa di distanza dall’apartheid israeliano e di un passo concreto verso il riconoscimento del diritto dei palestinesi a vivere liberi e in pace nella propria terra.