Gaza, l’appello di 200 scrittori mondiali: “Boicottare Israele contro politiche genocide di Netanyahu”, da Welsh a Shafak, da Zadie Smith a Rosen
Secondo quanto riportato, la richiesta è che il blocco coinvolga tutti i livelli: commercio, affari, relazioni istituzionali e scambi culturali. L’obiettivo è quello di ottenere condizioni minime di sopravvivenza per i civili della Striscia
Un boicottaggio totale di Israele “contro le politiche genocide del governo Netanyahu”, fino a quando la popolazione della Striscia non avrà accesso adeguato a “cibo, acqua e aiuti umanitari”. È l'appello lanciato da oltre 200 scrittori di fama internazionale, tra cui spiccano nomi del calibro di Irvine Welsh, Elif Shafak, Zadie Smith e Michael Rosen.
Gaza, l’appello di 200 scrittori mondiali: “Boicottare Israele contro politiche genocide di Netanyahu”, da Welsh a Shafak, da Zadie Smith a Rosen
L'appello è stato sottoscritto da 207 scrittori, musicisti e artisti provenienti da tutto il mondo. Tra i firmatari figurano anche il musicista Brian Eno, il romanziere inglese Geoff Dyer e il poeta ebreo britannico Michael Rosen. Il loro appello si rivolge alla comunità internazionale affinché adotti un boicottaggio totale di Israele, seppur a tempo, “contro le politiche genocide del governo Netanyahu”.
Secondo quanto riportato, la richiesta è che il blocco coinvolga tutti i livelli: commercio, affari, relazioni istituzionali e scambi culturali. L’obiettivo è quello di ottenere condizioni minime di sopravvivenza per i civili della Striscia: “fino a quando la popolazione di Gaza non sarà in salvo e non avrà accesso adeguato a cibo, acqua e aiuti umanitari e altre forme di assistenza sotto l’egida delle Nazioni Unite”.
Il documento non si limita alla sola questione umanitaria. Gli artisti e gli intellettuali chiedono anche “il rilascio degli ostaggi e di coloro in carcere senza un processo da entrambe le parti, l’immediato cessate il fuoco nella Striscia e lo stop della violenza dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania”.
Nel testo si esprime solidarietà alla “resistenza dei popoli palestinese, ebraico e israeliano contro le politiche genocide dell’esecutivo Netanyahu”. Una posizione che i firmatari precisano non voler in alcun modo alimentare odio o pregiudizi: “Deprechiamo ogni forma di odio e di violenza e siamo assolutamente contro ogni antisemitismo e pregiudizio anti-ebraico o anti-Israele. Ma i bambini di Gaza sono figli di tutti noi e rappresentano il futuro del mondo”.
Non è la prima presa di posizione pubblica di questi autori. Due mesi fa, 380 scrittori, tra cui Smith, Kureishi, Eno, Welsh, Jeanette Winterson e William Dalrymple, avevano già denunciato le azioni israeliane a Gaza, definendole apertamente “genocidio”, e sostenendo le accuse mosse da Amnesty International e Human Rights Watch. Secondo le stime locali, sarebbero oltre 60mila le vittime dall’inizio dell’offensiva israeliana, con almeno 197 morti per fame.
Ma il fronte non è compatto. Lo scorso autunno, alcuni grandi nomi della letteratura mondiale – tra cui i Nobel Herta Müller ed Elfriede Jelinek, e i romanzieri Lee Child e Howard Jacobson – avevano criticato ogni forma di boicottaggio contro Israele, definendola “illiberale e pericolosa”.