Gaza, prima pagina di Libero titola: "Propaganda pro Pal, grande bufala del bimbo di Gaza che muore di fame", social insorgono: "Sechi, vergogna"

Libero Quotidiano rinnega ancora una volta la gravità del genocidio palestinese e delle condizioni di carestia a Gaza, sminuendo le storie dei bambini morti di fame come "propaganda pro-Pal" sulla prima pagina del 27 luglio

Nuovo titolo negazionista del genocidio sulla prima pagina del 27 luglio di Libero Quotidiano: "Propaganda pro Pal, la grande bufala del bimbo di Gaza che muore di fame", accompagnato da una foto choc del piccolo Osama al-Raqab, bambino palestinese di 5 anni gravemente denutrito. I social sono insorti contro il giornale e il suo direttore: "Sechi, vergogna".

Gaza, prima pagina di Libero titola: "Propaganda pro Pal, grande bufala del bimbo di Gaza che muore di fame", social insorgono: "Sechi, vergogna"

Il quotidiano Libero ha definito la vicenda del piccolo Osama al-Raqab, bambino palestinese di cinque anni gravemente malnutrito, come “l’ultima arma della propaganda anti-israeliana”. Secondo il giornale, la sua foto e la sua storia — mondialmente riconosciute come emblema della carestia a Gaza — sarebbero state strumentalizzate dai media filo-palestinesi per accusare Israele di affamare volontariamente la popolazione. A giugno l'Unicef ha reso noto: "Osama ha 5 anni, era sano, viveva a Gaza. Mesi di alimentazione inadeguata lo hanno reso gravemente malnutrito. Ora pesa solo 5 chili, pericolosamente al di sotto del peso forma per la sua età".

Osama è stato ricoverato all’ospedale Nasser di Khan Younis, dove la madre raccontava: «Lo sto vedendo morire lentamente». Alcuni media, però, hanno riportato che fosse ancora ricoverato lì, falsamente. Grazie a un’operazione diplomatica italiana, infatti, il bambino è stato evacuato a giugno in Italia, dove ora riceve le cure necessarie presso l'Azienda Ospedaliera di Verona. Le sue condizioni sono visibilmente migliorate, come mostrato anche da fonti palestinesi sui social. È arrivato in Italia insieme a Adam, l'unico sopravvissuto dei 10 figli della pediatra Alaa al-Najjar, uccisi dall'Idf.

Non si tratta di propaganda, ma di testimonianze dirette della catastrofe umanitaria a Gaza, dove oltre 100.000 bambini rischiano la fame, secondo l’ONU. Ridurre questa realtà a “strumentalizzazione” significa ignorare una crisi umanitaria in corso, negare il diritto all’informazione e disumanizzare le vittime.