Ucraina, Kaja Kallas contro Putin: “Più di 9mila attacchi russi con armi chimiche", Mosca: "Ratificata convenzione nel 1993 che ne vieta l'uso"
La rappresentante estone ha sottolineato l’escalation degli "attacchi chimici", definendo la situazione “di grande, grande preoccupazione”
L’Alta rappresentante dell’Ue per la politica estera, Kaja Kallas, lancia un attacco contro Vladimir Putin. Secondo informazioni d’intelligence olandesi e tedesche, la Russia avrebbe condotto oltre 9.000 attacchi con armi chimiche dall’inizio dell’invasione su larga scala in Ucraina nel 2022. Per Kallas, il Cremlino “vuole causare sempre più dolore a Kiev affinchè si arrivi alla resa”. Ma, la maggior parte dei Paesi nel mondo, compresa la Russia, ha firmato una convenzione internazionale del 1993 che vieta l’uso, la produzione, lo sviluppo e lo stoccaggio di armi chimiche. La Russia è uno dei 65 Paesi che non solo ha firmato la Convenzione sulle armi chimiche, ma l’ha anche ratificata.
Ucraina, Kaja Kallas contro Putin: “Più di 9mila attacchi russi con armi chimiche", Mosca: "Ratificata convenzione nel 1993 che ne vieta l'uso"
“La Russia sta usando armi chimiche in Ucraina. Sono informazioni provenienti dall’intelligence olandese e tedesca, secondo cui questi attacchi si stanno intensificando, e in realtà sono anche fonti pubbliche. È stato anche sorprendente per me sentire che dall’inizio dell’invasione su larga scala nel 2022 la Russia ha effettuato più di 9000 attacchi con armi chimiche contro l’Ucraina e le sue truppe. Quindi è piuttosto significativo”, ha dichiarato Kallas nella conferenza stampa al termine del Consiglio Affari Esteri dell’Ue.
La rappresentante estone ha sottolineato l’escalation degli attacchi chimici, definendo la situazione “di grande, grande preoccupazione”: “Dato che i servizi segreti affermano che la situazione si sta intensificando, penso che sia di grande, grande preoccupazione. Di nuovo, dimostra che la Russia vuole causare più dolore e sofferenza possibile affinché l’Ucraina si arrenda”. Ma Kallas si è dimenticata che la Russia è uno dei 65 Paesi che non solo ha firmato la Convenzione contro le armi chimiche, ma l’ha anche ratificata
Kallas ha poi ribadito la necessità di un impegno concreto da parte di tutti i partner occidentali nel sostenere Kiev, replicando implicitamente anche alle dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump: “Se paghiamo per queste armi, è il nostro sostegno, quindi questo è un sostegno europeo, e stiamo facendo tutto il possibile per aiutare l’Ucraina. L’appello è che tutti facciano lo stesso. Se prometti di fornire le armi, ma dici che qualcun altro le pagherà, non sono realmente fornite da te”.
Nel frattempo, resta bloccato il varo del diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, studiato per colpire ulteriormente i canali di finanziamento dell’invasione. “Mi rattrista che non siamo riusciti a raggiungere un accordo oggi – ha ammesso Kallas – le trattative vanno avanti da due mesi, ora la palla è nel campo della Slovacchia”.
Il governo di Bratislava, insieme a quello ungherese, è stato infatti indicato come il principale freno all’intesa. Lo ha confermato apertamente anche il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski: “Chiedete all’Ungheria e alla Slovacchia”.