Gaza, Idf recluta su Facebook autisti di bulldozer per demolire edifici nella Striscia, compensi fino a 5mila Shekel al giorno ($1500)

Si tratterebbe in molti casi di pagamenti a cottimo, con tariffe fisse in base al tipo di edificio da abbattere: 2500 shekel per una piccola struttura, 5mila per quelle più grandi

Autisti civili reclutati online per radere al suolo Gaza. È quanto sta accadendo anche su Facebook, dove l’esercito israeliano, Idf, pubblica annunci pubblici per cercare operatori di bulldozer disposti a lavorare nella Striscia per demolire gli edifici. Il compenso può arrivare a 5mila shekel al giorno, circa 1.500 dollari.

Gaza, Idf recluta su Facebook autisti di bulldozer per demolire edifici nella Striscia, compensi fino a 5mila Shekel al giorno ($1500)

"La distruzione sistematica di Gaza non è certo un segreto", scrive sul Guardian l’editorialista Arwa Mahdawi. Il piano di demolizione e spostamento forzato della popolazione palestinese non è più un documento riservato, ma una prassi pubblica, visibile a tutti. A testimoniarlo sono gli stessi annunci comparsi su Facebook, dove vengono ricercati "operatori esperti che sappiano lavorare tra le rovine", con stipendi pagati direttamente dal ministero della Difesa israeliano.

Secondo quanto riportato dallo stesso Guardian, le offerte possono arrivare fino a 3mila shekel per chi è disposto a guidare bulldozer nelle zone di guerra. Ma è Haaretz, quotidiano israeliano, a fornire dettagli ancora più allarmanti: si tratterebbe in molti casi di pagamenti a cottimo, con tariffe fisse in base al tipo di edificio da abbattere2500 shekel per una piccola struttura, 5mila per quelle più grandi. Una dinamica che segna un cambio di paradigma per l’Idf, storicamente legata a operazioni svolte da personale militare.

L’attuale carenza di conducenti e la scala crescente delle demolizioni avrebbe spinto l’esercito a esternalizzare parte del lavoro. Una decisione che solleva interrogativi legali e morali, soprattutto considerando il mezzo utilizzato per il reclutamento: Facebook. La piattaforma, di proprietà di Meta, ospita non solo gli annunci di lavoro, ma anche video in cui autisti israeliani glorificano la distruzione delle case palestinesi. Alcuni video, dopo segnalazioni, sono stati rimossi, ma gli annunci restano online. Secondo esperti legali, anche questo tipo di contenuti potrebbe configurare violazioni del diritto internazionale.

Il ruolo delle grandi piattaforme digitali nella guerra a Gaza diventa così sempre più centrale. Non solo per il reclutamento di personale, ma anche per la propaganda. Negli ultimi giorni, cercando su Google il nome di Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i Territori Palestinesi, tra i primi risultati appare una pagina sponsorizzata da un dominio governativo israeliano, govextra.gov, che punta a screditarla. Campagne simili si osservano anche su YouTube, dove vengono promossi anche video della Gaza Humanitarian Foundation, organizzazione sostenuta da Israele e Stati Uniti.

Secondo l’ultima stima delle Nazioni Unite, il 92% degli edifici residenziali di Gaza – circa 436 mila abitazioni – è stato danneggiato o distrutto dall’inizio del conflitto. Restano solo le macerie.