Israele si dota di armi a raggi laser, primo uso in guerra di 'Lite Beam' per abbattere droni di Hezbollah, l'impiego su vasta scala entro 2025

La tecnologia 'Lite Beam' andrà ad affiancare la più potente 'Iron Beam' nella rete di difesa missilistica israeliana

Per la prima volta nella storia moderna, un'arma laser è stata utilizzata in un vero contesto bellico. L'esercito israeliano ha confermato l'impiego di un sistema laser contro droni di Hezbollah lungo il confine con il Libano. Sebbene l'episodio risalga a ottobre 2024, la notizia è stata resa pubblica solo recentemente, dopo che il divieto di pubblicazione è stato revocato, permettendo così di svelare i dettagli di un evento che potrebbe rivoluzionare la sicurezza nei conflitti moderni.

Israele si dota di armi a raggi laser, primo uso in guerra di 'Lite Beam' per abbattere droni di Hezbollah, l'impiego su vasta scala entro 2025

La tecnologia utilizzata, denominata Lite Beam, è un prototipo da 10 kW sviluppato dalla Rafael Advanced Defense Systems, azienda israeliana di punta nel settore della difesa. Questo sistema laser, pur essendo una versione meno potente rispetto al futuro Iron Beam (che si prevede sarà operativo entro il 2025), rappresenta un fondamentale passo evolutivo nella difesa aerea. Entrambi i sistemi sono progettati per integrarsi e potenziare la rete di difesa missilistica di Israele, in particolare l'Iron Dome.

Il Lite Beam si distingue per la sua compattezza e versatilità: montabile su veicoli 4x4, è ideale per l'impiego sul campo di battaglia. È stato proprio in uno scenario di conflitto che il laser ha abbattuto alcuni droni nemici, segnando il primo, documentato, successo di un'arma laser in combattimento. Un risultato che apre nuovi scenari per le tecnologie di difesa aerea.

A differenza dei tradizionali missili intercettori, che comportano costi elevati (tra i 46.000 e i 92.000 euro per ogni lancio), l'uso del laser è estremamente economico: ogni colpo ha un costo di soli pochi euro. Inoltre, il sistema, alimentato da energia elettrica, può contare su una “fornitura” praticamente infinita di munizioni, purché ci sia una fonte di alimentazione. Il raggio laser, che viaggia alla velocità della luce, permette reazioni immediate e precise contro minacce in movimento.

Dal punto di vista tecnico, il sistema laser si avvale di radar già in uso per localizzare i bersagli. Successivamente, decine di moduli laser a fibra si sincronizzano per generare un'unica potente sorgente. Il sistema include anche ottiche adattive che consentono di cambiare rapidamente obiettivo, rendendolo efficace contro attacchi multipli e simultanei, come gli sciami di droni.

Seppur il raggio operativo dell'Iron Beam possa raggiungere distanze tra i 300 metri e i 10 chilometri, le condizioni atmosferiche, come nebbia, pioggia o tempeste di sabbia, potrebbero limitare la sua efficacia. Tuttavia, il suo potenziale resta notevole e, se integrato con il sistema Iron Dome, contribuirà a creare una difesa multilivello più economica, efficiente e rapida.

Israele non è l'unico paese a investire in questa tecnologia. Stati Uniti, Regno Unito e Corea del Sud stanno sviluppando armamenti laser simili. Il Regno Unito, ad esempio, ha presentato il DragonFire, un sistema laser da 50 kW capace di colpire con precisione una moneta da un chilometro di distanza, con un costo per colpo di circa 12 euro. Negli Stati Uniti, la Marina ha testato con successo il proprio sistema laser nel 2022, e la corsa internazionale alla difesa a energia diretta è ormai una realtà consolidata.