Gaza, il piano di Israele sull'occupazione "totale": spostamento palestinesi a sud della Striscia e aiuti umanitari gestiti da aziende private
E poi: la negazione ad Hamas della possibilità di distribuire rifornimenti umanitari e attacchi violenti contro i miliziani palestinesi. I vari punti del piano di occupazione "totale"
Ecco cosa prevede il piano dell'occupazione "totale" di Gaza approvato dal gabinetto israeliano: non solo la conquista dell'enclave ed il mantenimento dei territori. Tra i vari punti c'è anche lo spostamento della popolazione verso sud, la negazione ad Hamas della possibilità di distribuire rifornimenti umanitari e attacchi violenti contro i miliziani palestinesi. Gli aiuti non verranno gestiti nemmeno dall'Onu ma da aziende private. E proprio sugli aiuti umanitari c'è stata una spaccatura tra il governo Netanyahu e l'Idf, con il capo dell'esercito che ha avvertito il primo ministro: "Non faremo morire di fame Gaza".
Gaza, il piano di Israele sull'occupazione "totale": spostamento palestinesi a sud della Striscia e aiuti umanitari gestiti da aziende private
Diversi i punti su cui si basa Israele per occupare in modo definitivo Gaza. Una fonte politica israeliana ha dichiarato come "il piano includerà, tra le altre cose, la conquista della Striscia di Gaza e il possesso dei territori, spostando la popolazione di Gaza a sud per proteggerla" aggiungendo che Netanyahu "continua a promuovere" il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il trasferimento volontario dei cittadini di Gaza.
Da questo punto di vista, il Giornale d'Italia è da tempo entrato in possesso di un documento, che dimostra come l'obiettivo di Israele sia in realtà quello di ricollocare 2,2 milioni di palestinesi in Egitto e Arabia. È possibile che il loro spostamento verso sud sia soltanto temporaneo.
Secondo la stessa fonte, il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato la "possibilità di distribuzione umanitaria" a Gaza, sottoposta a blocco israeliano da oltre due mesi, ma ha insistito sul fatto che secondo le autorità ebraiche "attualmente c'è cibo a sufficienza" nel territorio palestinese.
Scontro tra il governo Netanyahu e l'Idf
Il piano verrà attuato solo dopo la visita di Trump prevista per settimana prossima, e in questo arco di tempo si cercherà di raggiungere un accordo su un cessate il fuoco e gli ostaggi, anche se sembra più una cosa di facciata. Proprio sugli ostaggi il capo dell'Idf ha causato una spaccatura con il governo Netanyahu, sostenendo come l'escalation non aiuti a riportarli a casa, anzi. Scontro anche sugli aiuti umanitari, con il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir che ha addirittura votato contro su questo punto: "Non capisco perché dovremmo dare loro qualcosa: hanno abbastanza cibo lì. Dovremmo bombardare le riserve alimentari di Hamas. Non abbiamo alcun obbligo legale di sfamare coloro che stiamo combattendo, c’è abbastanza cibo". Due visioni diverse, ma Netanyahu tira dritto.