Zelensky a Roma, confermata per oggi cena con Meloni a Villa Pamphili dopo rinvio vertice di Ramstein, armi e fine guerra sul tavolo

Diplomazia e tensioni interne: Zelensky a Roma per l'invio di ulteriori armi, mentre in Ucraina affronta accuse di pressioni sui media. Intanto la sala stampa del Vaticano ha fatto sapere che anche Papa Francesco riceverà in udienza il leader ucraino venerdì mattina

Zelensky sarà a Roma: confermata per le 20:15 la cena con la Premier Giorgia Meloni a Villa Pamphili, dopo il rinvio del vertice di Ramstein (in Germania) a cui avrebbero dovuto prendere parte i primi ministri Scholz (padrone di casa) e Starmer, oltre ai presidenti Macron e Biden. Proprio quest’ultimo si è visto costretto a saltare l'incontro, cancellando il suo viaggio nella repubblica federale "per supervisionare i preparativi e la risposta all'uragano Milton", che dovrebbe abbattersi sulla Florida questa notte. I temi sul tavolo portati da Zelesnky per essere discussi insieme a Meloni nel bilaterale, riguarderebbero armi (l'Italia si è già impegnata nella consegna della batteria di sistemi di contraerea Samp-T) e il piano del presidente ucraino per la fine della guerra. Non è escluso che si parli anche dei nuovi, imminenti equilibri politici oltre oceano. Gli Stati Uniti stanno per andare a elezioni: la leadership del principale alleato dell'Ucraina potrebbe dunque cambiare. Se vinceranno i repubblicani con Donald Trump, gli aiuti e l'approccio politico americano alla guerra alle porte d'Europa potrebbe cambiare radicalmente. Inoltre, venerdì mattina Zelensky sarà ricevuto in udienza da Papa Francesco, come annunciato oggi dalla sala stampa del Vaticano.

Zelensky in arrivo dalla Croazia, pronto ad un approccio "più flessibile" sulle trattative secondo fonti Nato

Nessuna nuova data è stata indicata per il vertice di Ramstein, dunque oggi il presidente ucraino sarà in Italia, a Roma per incontrare Meloni. Zelensky arriverà nella Capitale da Parigi, mentre ieri era a Dubrovnik, dove ha annunciato la firma di un accordo di cooperazione "a lungo termine" e il rafforzamento dei legami tra le industrie della difesa dei due Paesi, poco prima dell'apertura del terzo summit Ucraina-Europa sud-orientale con i leader dei Balcani. Sul campo di battaglia, intanto, il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato ieri di aver ripreso il controllo di due località nella regione di Kursk, dove erano arrivate truppe ucraine nell'offensiva a sorpresa in territorio russo della scorsa estate. Mentre dall'Ucraina arrivano notizie di un attacco che avrebbe colpito un sito nella regione russa di Bryansk in cui erano immagazzinate munizioni, anche nordcoreane. Indiscrezioni trapelate direttamente dal personale NATO affermano che Volodymyr Zelensky potrebbe essere pronto ad adottare "un approccio più flessibile" nell'esaminare i modi per porre fine alla guerra contro la Russia. Lo riporta Bloomberg, citando funzionari vicini all’Alleanza Atlantica secondo cui il leader ucraino, che pubblicamente ha rafforzato le principali richieste di Kiev per porre fine alla guerra escludendo "contrattazioni" sulla sovranità su parti del territorio del Paese, allo stesso tempo avrebbe detto che i suoi funzionari sarebbero pronti ad ammettere che la guerra deve finire.

Le accuse in casa di censura e pressioni sulla libertà di stampa

Intanto in casa, Zelensky è alle prese con un ulteriore problema: il giornale giallo-blu Ukrainska Pravda, ha denunciato ieri in un comunicato sul suo sito web presunte "pressioni dalla presidenza ucraina": "Vorremmo richiamare l'attenzione dei nostri colleghi, partner e organizzazioni internazionali sulla pressione continua e sistematica che l'Ufficio del Presidente dell'Ucraina esercita sulla redazione e su alcuni giornalisti di Ukrainska Pravda". Inizia così l’editoriale del giornale online ucraino, che ribadisce i suoi valori di "indipendenza editoriale, giornalismo imparziale e la capacità di dire liberamente la verità". "Attualmente", prosegue il comunicato, "vediamo una minaccia al lavoro sostenibile della redazione a causa delle seguenti azioni: viene impedito ai funzionari di comunicare con i giornalisti di Ukrainska Pravda e di partecipare agli eventi; vengono esercitate pressioni sulle aziende affinché interrompano la pubblicità in cooperazione con Ukrainska Pravda; comunicazione apertamente emotiva tra il presidente Volodymyr Zelensky e il giornalista di Ukrainska Pravda, Roman Kravets".

"Questi e altri segnali non pubblici indicano tentativi di influenzare la nostra politica editoriale", denuncia il portale. "È particolarmente scandaloso rendersi conto di ciò in un momento di invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia, quando la nostra lotta congiunta per la sopravvivenza e i valori democratici è essenziale". "Sottolineiamo ancora una volta che l'obiettivo di Ukrainska Pravda è quello di riferire la verità e servire gli interessi della società ucraina" e "dichiariamo ufficialmente che ogni tentativo da parte di funzionari dell'ufficio del presidente dell'Ucraina di fare pressione sui giornalisti di Ukrainska Pravda sarà reso pubblico e avrà conseguenze a livello internazionale. Ogni tentativo del genere non fa che rafforzare la nostra motivazione a denunciare corruzione e cattiva gestione ai massimi livelli del potere", afferma ancora il giornale. "Invitiamo tutti coloro che apprezzano la libertà di parola e l'indipendenza del giornalismo ucraino a unirsi a noi nella difesa di questi valori", conclude il comunicato.