Gaza, ucciso 20 anni dopo Aziz Salha in un raid, tra gli autori del linciaggio di Ramallah in cui vennero uccisi 2 riservisti Idf

Vent'anni dopo il linciaggio simbolo della seconda intifada (in cui morirono oltre 5mila palestinesi), uno degli autori è stato colpito durante un raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza a Deir el Balah, segnando un nuovo capitolo nelle tensioni tra Hamas e Israele

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A Gaza è stato ucciso 20 anni dopo Aziz Salha in un raid aereo nel centro della Striscia condotto dalle forze armate israelianea a Deir el Balah: era tra gli autori del linciaggio di Ramallah del 12 ottobre del 2000, in cui vennero uccisi dalla folla 2 riservisti Idf arrestati dalla polizia palestinese dopo essere entrati per sbaglio nel settore controllato dall’Autorità Nazionale.

La vicenda

È il 12 Ottobre del 2000 ed all’epoca nei territori occupati era in corso la seconda intifada. Rispetto alla prima, questa fu molto più violenta e portò alla morte di quasi cinquemila palestinesi a fronte di mille israeliani. Nello specifico, si contarono 5.500 morti: 4.860 uccisi da soldati israeliani, 640 uccisi da civili israeliani. Quel giorno, due soldati delle Forze di difesa Israeliane (Idf) a bordo di un’auto civile si dirigono verso un posto di blocco alla periferia di Ramallah, la località dove risiedeva all’epoca Yasser Arafat. Si tratta di Vadim Nurzhitz e Yossi Avrahami, i quali devono dare il cambio ad altri compagni ma sbagliano strada e finiscono nel settore controllato dalla polizia palestinese, che li ferma, li arresta e li trasferisce in una piccola caserma per gli accertamenti. Nell’omonima città si sparge la voce della cattura, ma si diffondono notizie false sull'arresto di due elementi delle forze speciali. In realtà si tratta di riservisti (uno dei due vende dei giocattoli nella vita civile). Un migliaio di persone circonda la caserma di polizia di el-Bireh, in cui sono in stato di fermo: in quel momento, un folto gruppo di persone fa irruzione e la coppia di soldati viene uccisa, nonostante il tentativo dei poliziotti dell’ANP di proteggerli, alcuni dei quali rimasero feriti. Poco dopo, Salha si affaccia da una finestra per mostrare alle persone ancora radunate all’esterno le sue mani insanguinate in segno di trionfo. Nelle ore successive l’Idf raderà al suolo l’edificio mentre le forze di sicurezza daranno la caccia ai responsabili. Ne cattureranno molti, Salha compreso, il quale viene arrestato nel 2001 e confesserà di aver strangolato una delle vittime. Condannato all’ergastolo, tornerà libero nel 2011 con lo scambio di prigionieri che porterà al rilascio del soldato israeliano Shalit. Lo stesso accordo che libererà l’attuale leader di Hamas, Yahya Sinwar. Da allora Aziz è rimasto nella Striscia sotto l’ombrello dell’organizzazione islamista. Ma tutto è cambiato dopo l’invasione e media israeliani, citando quelli palestinesi, fanno sapere che è stato ucciso oggi in un raid aereo a Deir el Balah.