Libano, violenti scontri nel sud, Idf ordina evacuazione di 30 villaggi, Unifil: "Israele sta violando risoluzione Onu 1701"

Subito dopo l’evacuazione ordinata da Israele, l’Unicef denuncia il dramma umanitario: oltre un milione di sfollati e decine di bambini tra le vittime

In Libano si stanno verificando violenti scontri tra le forze israeliane e i miliziani di Hezbollah, come affermato dal portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano (Idf) Avichai Adraee, il quale ha reso noto che sono in corso "intensi combattimenti" nel sud del Paese ed ha invitato i civili a non guidare veicoli nelle aree al di sotto del fiume Litani, fino a nuovo avviso. Nel mentre, l’Idf ha ordinato ai residenti di circa 30 villaggi di confine nel Libano meridionale di evacuare, martedì a mezzogiorno, dicendo loro di dirigersi a nord del fiume Awali, a circa 56 km dal confine, mentre Israele conduce incursioni in territorio libanese. Il fiume Awali è a nord del distretto di Sidone, oltre l’attuale zona interessata dai combattimenti a ridosso della Blu Line. Non è chiaro perché Israele abbia chiesto di evacuare così a nord. Intanto, Andrea Tenenti, portavoce della missione Onu in Libano (Unifil) ha detto all'ANSA che, anche se il piano di invasione israeliano era stato notificato all’organizzazione, il personale non intende abbandonare le proprie posizioni sperando in una funzione di deterrenza. "Qualsiasi attraversamento del Libano è una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale libanese e una violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite", ha dichiarato Tenenti. Della stessa missione fanno parte un migliaio di soldati italiani.

Unicef: almeno 80 bambini uccisi, centinaia i feriti

Per ora, affermano i vertici dell’esercito dello Stato ebraico, un’operazione su larga scala che includa anche Beirut "non è sul tavolo". Ma è già in corso da giorni un vero e proprio esodo di libanesi, che stanno tentando di mettersi in salvo dalle bombe israeliane passando il confine con la Siria. Mentre prende forma la fuga di centinaia di migliaia di civili libanesi, la Direttrice generale dell'Unicef, Catherine Russell si è detta "profondamente preoccupata per il rapido deterioramento della situazione umanitaria in Libano. Nell'ultima settimana, secondo le notizie, almeno 80 bambini sono stati uccisi negli attacchi, mentre altre centinaia sono rimasti feriti. Secondo i rapporti del Governo, il numero di sfollati interni a causa delle violenze è salito a più di un milione, tra cui oltre 300.000 bambini". "Migliaia di bambini e famiglie vivono per strada o in rifugi, molti dei quali sono fuggiti dalle loro case senza beni e forniture essenziali. Le condizioni umanitarie peggiorano di ora in ora", ha aggiunto Russell. Tel Aviv, riporta Reuters, ha inoltre colpito un edificio nel campo di rifugiati palestinesi di Ain El-Hilweh vicino a Sidone. L’obiettivo era l’eliminazione di Mounir Maqdah, comandante delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa. Al momento, non ci sono conferme della sua morte, ma il campo dove sorgeva l’edificio distrutto è il più grande di quello che accolgono rifugiati palestinesi nel Paese: secondo la CNN i morti sarebbero almeno 13. Altre 10 vittime sono state registrate dopo un bombardamento israeliano su una casa nel villaggio di Daoudiya, sempre nel sud del Libano. Tutte, sostiene Al Jazeera, farebbero parte della stessa famiglia.