Israele, attacco in Libano: "Colpiti 800 obiettivi", 500 morti e 1645 feriti a Beirut, Idf chiede evacuazione valle della Bekaa

L'escalation tra Israele e Hezbollah si intensifica: rischio di una nuova invasione delle Idf in Libano, evacuazioni in corso e scuole chiuse nel sud del paese

Massiccio attacco di Israele nel sud del Libano: secondo fonti dell’esercito israeliano, sono stati "colpiti 800 obiettivi di Hezbollah", ma i raid hanno provocato almeno 500 morti e 1645 feriti nei distretti meridionali della capitale libanese, Beirut. Il portavoce delle Idf (Israel Defence Forces) Daniel Hagari non ha escluso un’operazione di terra, mentre proprio le Idf chiedono l’evacuazione della valle della Bekaa (o Beqa), sempre nel sud del paese e non lontano dal confine con la Siria: "I terroristi di Hezbollah avevano pianificato di lanciare un pesante missile da crociera contro Israele da un'abitazione civile nel sud del Libano". Subito dopo, l'Idf ha inviato messaggi di testo ai residenti della zona, intimando loro di allontanarsi fino a nuovo avviso dagli edifici dove vengono immagazzinate le armi di Hezbollah. Sirene di allarme aereo hanno risuonato in queste ore anche in diverse comunità israeliane vicine al confine settentrionale con il Libano, avvertendo di un possibile attacco di droni da parte dell’organizzazione islamista.

Le chiamate automatiche per mettere in fuga i residenti

Sarebbe di almeno 500 morti e 1645 feriti il bilancio dei raid aerei israeliani che hanno colpito l’area meridionale del Libano dalle prime ore della mattina di lunedì 23 settembre. Il primo annuncio era arrivato intorno alle 5.30 di mattina ore locali (le 6.30 in Italia) e si parlava di bombardamenti "più estesi e precisi" contro il Paese dei cedri. Le cifre, diffuse dal ministero della Sanità libanese, si aggravano di ora in ora. È l’attacco più letale dall’inizio degli scontri tra le forze militari di Tel Aviv e l’organizzazione sciita Hezbollah, avvenuto all’indomani del 7 ottobre 2023. "Tra le vittime ci sarebbero anche donne, bambini e soccorritori", ha dichiarato Beirut. Lo stesso Hagari ha riferito che, fino ad ora, sono stati attaccati oltre 800 obiettivi in territorio libanese, mentre i raid proseguono incessanti da questa mattina con decine di caccia provenienti da diverse squadriglie dell'aeronautica militare israeliana e si fa sempre più concreta la possibilità di una apertura ufficiale del fronte di guerra verso nord. L’Idf infatti, potrebbe non limitarsi a colpire i suoi obiettivi dal cielo: secondo il quotidiano inglese The Guardian, l’esercito israeliano avrebbe evidenziato la necessità di un’incursione di terra in Libano. A riguardo, il portavoce Hagari si è limitato a rispondere: "Faremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per riportare le migliaia di residenti evacuati dal nord di Israele". Intanto Beirut ha deciso di chiudere per due giorni le scuole nelle regioni colpite dagli attacchi. Secondo l'Idf, sarebbero stati individuati preparativi di Hezbollah per condurre massicci attacchi missilistici contro lo stato di Israele. "È un genocidio, in ogni senso della parola", è il commento del primo ministro ad interim libanese Najib Mikati. Poco prima e durante gli attacchi, Israele avrebbe tentato di avvisare gli abitanti delle zone bersagliate dell’imminenza dei raid. Secondo quanto ha rivelato il presidente della compagnia telefonica Ogero Imad a Sky News, ci sarebbero stati oltre 80mila tentativi di chiamata ai telefoni fissi delle case. Le chiamate avrebbero riprodotto un messaggio pre-registrato che intimava alle persone di evacuare le proprie case, scrive l'agenzia di stampa ufficiale libanese National News Agency (NNA). "Stanno inviando moltissime registrazioni vocali automatiche tramite operatori internazionali", ha spiegato il presidente di Ogero Imad, "la maggior parte di esse sono generate come chiamate provenienti da un Paese amico. È guerra psicologica per creare scompiglio e caos". Beirut starebbe tentando di fermare alla fonte le chiamate.