Commissione Ue, slitta a settimana prossima la presentazione, socialisti contro von der Leyen: "Con vicepresidenza a Fitto non ti votiamo"
Il rinvio dovuto anche alle tensioni interne tra i gruppi politici europei, con scontri su nomine e portafogli chiave, in particolare attorno alla figura di Raffaele Fitto e alla distribuzione delle deleghe climatiche
La presentazione della nuova squadra che andrà a comporre la nuova Commissione Ue di Ursula von der Leyen è slittata, probabilmente alla settimana prossima a Strasburgo, a causa del cambio in extremis del candidato sloveno Tomaž Vesel in favore dell’ex diplomatica Marta Kos. Il cambio dell'ultimo minuto della candidata slovena, annunciata dal governo di Lubiana ieri, deve essere ancora ratificato dal parlamento nazionale. Ma c’è un altro fattore che ha contribuito a ritardare la presentazione della nuova Commissione Ue, ovvero la contrarietà dei Socialisti alla nomina di Raffele Fitto a vicepresidente esecutivo della nuova Commissione. La presidente del gruppo S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici), Iratxe Garcia Perez, ha mandato un messaggio chiaro: "Ignorare il processo degli spitzenkandidat (i candidati di punta emersi dalle ultime elezioni europee ndr), minare l'equilibrio di genere nel Collegio, mettere un commissario per l'occupazione il cui impegno per i diritti sociali è discutibile nella migliore delle ipotesi, portare proattivamente l'Ecr nel cuore della Commissione: questa sarebbe la ricetta per perdere il sostegno progressista. Era la 'composizione del prossimo Parlamento' a decidere questa Commissione, ha detto la presidente prima delle elezioni. Esiste una maggioranza pro-europea con un accordo pro-europeo. Deve essere messa in pratica ora", ha riferito. A confermare tale posizione, il presidente del partito Pse (Partito Socialista Europeo), Stefan Lofven: "Ciò che viene riportato sulla composizione della prossima Commissione europea rischia di andare oltre l'intesa che avevamo con la presidente von der Leyen. Come famiglia socialista europea, è tempo di lanciare un chiaro avvertimento sul prossimo mandato della Commissione. Il nostro sostegno non è mai stato un assegno in bianco. Siamo sempre stati chiari sul fatto che la prossima Commissione deve soddisfare le nostre aspettative, sia in termini di politica che di principio. La presidente della Commissione deve garantire che il Collegio sia pronto a onorare pienamente le linee guida politiche che abbiamo sostenuto".
Il cambio in extremis del candidato sloveno: Marta Kos e il passo indietro di Tomaž Vesel
Marta Kos è stata nominata nuova commissaria europea della Slovenia dopo le pressioni di Ursula von der Leyen sul governo di Lubiana, affinché sostituisse il candidato Tomaž Vesel con una donna. Il vice primo ministro sloveno Matej Arčon ha dichiarato lunedì che la nomina di Kos, ex diplomatica che ha ricoperto il ruolo di ambasciatrice in Germania e Svizzera negli ultimi dieci anni, è stata approvata all'unanimità dall'esecutivo sloveno, ma resta il passaggio di ratifica ufficiale della nomina in parlamento. Stando a fonti diplomatiche, la Slovenia è uno dei pochi esecutivi esortati da von der Leyen a sostituire il candidato uomo con un'alternativa donna. L’intento della Presidente della Commissione è quello di favorire la parità di genere nel prossimo collegio di commissari che guiderà il lavoro dell'esecutivo europeo nei prossimi cinque anni. I governi dell'Ue avevano ignorato la richiesta scritta di von der Leyen di avere più candidature di sesso femminile. Secondo la presidente, senza i suoi sforzi per sollecitare gli Stati membri a nomine che comprendessero donne, ci sarebbero state solo quattro candidate in lizza per uno dei 26 seggi del prossimo collegio europeo.
Le tensioni su Fitto e Ribeira per l’assegnazione di incarichi e portafogli
Dietro il rinvio, però, ci sarebbero anche altre ragioni. La distribuzione dei portafogli che la von der Leyen ha in mente ha scatenato parecchi malumori tra i gruppi politici al Parlamento europeo. Verdi e Liberali hanno già espresso il loro disappunto per il grado di vicepresidente esecutivo che la presidente intende assegnare all'italiano Raffaele Fitto, esponente di Fratelli d'Italia e dunque dei conservatori, che sono ufficialmente fuori dalla coalizione a Strasburgo. Anche il gruppo dei liberali di Renew Europe, che fanno parte della maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen, si è espresso contro la nomina di Fitto: "I Trattati affermano che i Commissari devono essere completamente indipendenti e non chiedere né accettare istruzioni da alcun governo e che i Commissari dovrebbero dimostrare un impegno europeo. Chiederemo loro di confermare di credere fermamente nell'ulteriore integrazione dell'Ue come progetto politico", si legge nella loro dichiarazione. I Socialisti, non hanno gradito l'esclusione del loro candidato di punta, il lussemburghese Nicolas Schmit, al quale è stato preferito Christophe Hansen del Ppe (gruppo del Partito Popolare Europeo). Nel mentre, proprio i Popolari stanno spingendo per 'sgonfiare' il portafoglio della spagnola Teresa Ribera, anche lei destinata a una vicepresidenza esecutiva, con il fine di toglierle le deleghe alla transizione climatica. Resta poi la questione di Malta, dato che il candidato Glenn Micalleff è considerato privo di esperienza. La nuova squadra di governo che Ursula von der Leyen presenterà, dovrà essere vagliata da Parlamento europeo e ci si attende uno scrutinio approfondito nelle audizioni dei membri dell'esecutivo chiamato formalmente Collegio dei Commissari europei. Ognuno dei 26 nominati dai Paesi membri sarà sottoposto a un esame che può riguardare vari temi, dalle opinioni sensibili a questioni di lealtà nei confronti del progetto europeo: non a caso, dopo le elezioni europee del 2019, Romania, Ungheria e Francia sono state costrette a proporre dei sostituti dopo che le loro scelte iniziali erano state respinte dal Parlamento, ritardando l'inizio del mandato di Ursula von der Leyen come nuova presidente della Commissione.