Elezioni Francia, il paradosso elettorale, RN di Le Pen primo per voti (8.7mln) ma terzo nella nuova Assemblea Nazionale, davanti Nouveau Front Populaire (7mln) e Ensemble (6.3mln)

Con un'affluenza del 66,63%, nessun campo politico riesce a superare la soglia dei 289 deputati

Paradosso elettorale d'Oltralpe. Al secondo turno delle elezioni francesi il Nuovo Fronte Popolare ha impedito la vittoria delle destre in Francia conquistando la maggioranza relativa dei seggi, eppure il Rassemblement National di Marine Le Pen resta di gran lunga il partito più votato, pur avendo perso oltre un milione di voti rispetto al primo turno delle politiche, contro 8.745.240 consensi. 

Francia, Rassemblement National di Le Pen primo per numero di voti (8.7mln), secondo Nouveau Front Populaire (7mln) e terzo Ensemble (6.3mln)

Secondo i dati del ministero dell'Interno francese, Rn ottiene infatti 8.745.240 consensi (il 32,05%), mentre al primo turno di domenica 30 giugno aveva incassato 9.379.092 voti, ovvero il 29,25% (ma bisogna calcolare, per tutti i partiti, che molti collegi non erano chiamati al voto in quanto avevano già eletto i loro candidati domenica 30 giugno); il Nuovo Fronte Popolare ha avuto 7.005.514 preferenze (il 25,68% contro il 28,06%) del primo turno. Tra i due grandi contendenti si è inserito a sorpresa Ensemble! (i macroniani) con 6.314.418 voti (il 23,14%), contro i 6.425.707 (il 20,04%) della settimana scorsa. Infine Les Républicains sono stati votati da 1.474.648 di francesi (il 5,41%): al primo turno avevano 2.106.166 voti (il 6,57%).

Affluenza da record ma nessun vincitore

 Con un'affluenza del 66,63%, nessun campo politico riesce a superare la soglia dei 289 deputati: il Nuovo Fronte Popolare ha fatto eleggere 182 deputati, Ensemble raggiunge i 168, il Rn e i suoi alleati Les Républicains che hanno seguito Eric Ciotti hanno ottenuto 143 deputati. La sera di domenica 30 giugno, il Rn e i suoi alleati avevano già fatto eleggere 39 deputati ed erano in testa in 258 circoscrizioni ancora da decidere: grazie alle desistenze che hanno ridotto il numero dei triangolari da 306 a 89, l'estrema destra è finita molto lontano dalla maggioranza assoluta, relegata addirittura al terzo posto.