Prigozhin il “trasformista”: passaporti, parrucche e barbe finte dell’ex capo della Wagner per nascondersi e per le missioni all’estero

Durante una perquisizione nell’abitazione del mercenario russo a San Pietroburgo la polizia aveva trovato divise militari, un alligatore impagliato e un martello con scritto “per negoziare”

Non c’era solo un Yevgeny Prigozhin. L’ex capo del gruppo Wagner utilizzava passaporti, parrucche e barbe finte per nascondersi e per le missioni all’estero. Lo scorso giugno le forze dell’ordine russe avevano perquisito la casa del mercenario a San Pietroburgo. I filmati integrali delle perquisizioni erano tati trasmessi sul canale statale Rossiya 1 durante il programma 60 Minuti, poi rilanciati dai media russi, tra cui il quotidiano Izvestia.

L’alligatore impagliato e il martello con scritto “per negoziare”

La polizia era entrata nell’appartamento in seguito al tentativo di golpe dei miliziani russi guidati da Prigozhin. La sua marcia si era fermata a 200 chilometri da Mosca per “evitare un bagno di sangue rosso”. Già all’Hotel Trezzini, ritenuto l’ufficio del capo della Wagner, erano stati ritrovati 4 miliardi di rubli, ovvero 44 milioni di euro. E nella casa di San Pietroburgo? Una stanza dedicata alla preghiera con appese icone sacre e con un piccolo altare, lo studio medico personalizzato, la piscina coperta, divise militari con innumerevoli medaglie, un alligatore impagliato, un martello gigante con sopra la targa “per negoziare”. Sfarzo e lusso. E un intero arsenale di armi, tra munizioni, pistole e mitragliatori costosissimi.

Il gruppo Wagner: “Prigozhin si travestiva per i viaggi all’estero”

“Perché una persona che conosciamo avrebbe bisogno di così tante parrucche?”, aveva scritto il gruppo Wagner sul suo canale Telegram. “Tutto è scandalosamente semplice: per i viaggi all'estero. Ed ecco alcuni selfie di Prigozhin dopo la reincarnazione: funzionario del ministero della Difesa in Sudan, assistente diplomatico di Abu Dhabi, tenente anziano di Bengasi, colonnello di Tripoli, mercante dalla Siria, comandante sul campo Mohammed”.