Perù, le proteste continuano: 17 i morti negli scontri tra manifestanti e polizia
Dall'inizio di dicembre si contano 34 morti negli scontri fra polizia e manifestanti pro-Castillo in Perù. Solo lunedì sono morte 17 persone, ma il bilancio potrebbe ancora salire
Nelle manifestazioni in Perù salgono a 17 i morti per gli scontri fra polizia e sostenitori di Castillo, ma il bilancio potrebbe ancora crescere.
17 vittime nelle proteste in Perù
Da diverse settimane i sostenitori dell'ex presidente Pedro Castillo bloccano le strade e protestano: ritengono che la presidente Dina Boluarte sia illegittima, dunque debba essere destituita e si debbano indire le elezioni anticipate. Le proteste sono scoppiate dopo che Pedro Castillo ha tentato il colpo di Stato, ma il Congresso ha votato per impedirglielo e lo ha messo invece sotto accusa.
Uno dei principali focolai delle manifestazioni si trova a Juliaca, regione di Puno, a sud-est del Perù. Il primo ministro Alberto Otarola ha denunciato gli scontri a Juliaca, bollandoli come un attacco organizzato e denunciando che migliaia di persone hanno tentato di invadere l’aeroporto della città e una stazione di polizia locale.
Oggi gli scontri hanno fatto salire il numero delle vittime a 17, ma la tensione rimane alta e i feriti sono molti. Le violenze registrate in questi giorni sono fra le peggiori dall'inizio.
La scintilla delle rivolte: Pedro Castillo in carcere
La nazione sudamericana ha attraversato anni di turbolenze politiche, con l'ultima crisi deflagrata quando il presidente Pedro Castillo ha annunciato il 7 dicembre che avrebbe sciolto il Congresso e introdotto lo stato di emergenza. Il Congresso, però, ha proceduto a votare in modo schiacciante per metterlo sotto accusa.
Castillo è stato processato con l'accusa di ribellione e associazione a delinquere. Il tribunale ha comminato 18 mesi di carcere all'ex capo di Stato dovrà restare in carcere fino al 6 giugno 2024, una decisione contro cui Castillo farà certamente ricorso. L'ex presidente nega tutte le accuse, insistendo di essere ancora il capo di Stato legittimo. Il Messico ha offerto asilo politico a Castillo, sottolineando come da tempo sia vittima di un accanimento da parte dei suoi rivali politici.