Russia, la stretta di Putin: manifestazioni vietate e propaganda Lgbt al bando
Il presidente russo ha firmato la legge che estende il divieto di manifestare anche a Università, scuole, chiese, ospedali e uffici governativi
Stop alle manifestazioni in Russia. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato la legge che estende il divieto di manifestazione a Università, scuole, chiese, ospedali, edifici governativi, porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e nelle adiacenze di infrastrutture per gas, acqua, elettricità e riscaldamento. Le singole regioni russe potranno ampliare la lista dei luoghi dove è proibito manifestare, in relazione a caratteristiche “storiche o culturali”. Non solo. Putin ha siglato anche la legge che mette al bando la “propaganda di relazioni sessuali non tradizionali, cambiamento di sesso e pedofilia sui social, i media, i film e la pubblicità”.
Russia, la stretta di Putin: manifestazioni vietate e propaganda Lgbt al bando
Secondo diversi osservatori si va così verso l’allargamento della legge che vieta “la promozione degli atteggiamenti sessuali non tradizionali” tra i minori: una norma che rende potenzialmente impossibile ogni manifestazione pubblica in difesa dei diritti delle minoranze sessuali e che è stata bocciata dalla Corte di Strasburgo perché discriminatoria e perché lede il diritto alla libertà d’espressione. Pochi giorni fa, a Mosca, sul piedistallo del monumento “L'operaio e la kolchoziana”, è apparso un nuovo indirizzo contro la guerra. “Prospekt Mira” (Prospettiva della pace) è stato infatti sostituito con “Prospekt Nevojnyi” (Prospettiva no alla guerra).
Russia, la stretta di Putin: manifestazioni vietate e propaganda Lgbt al bando
A Borovsk, nella regione di Kaluga, l’artista 84enne Vladimir Ovčinnikov ha realizzato un graffito contro la guerra sulla “Z”. Mentre l’azione di protesta veniva ripresa, due passanti gli sono corsi incontro e hanno iniziato a ricoprire di neve il graffito e a lanciare palle di neve al cameraman. I passanti hanno preteso che l’artista cancellasse il disegno, offendendo lui e l’operatore con insulti antisemiti e chiamandoli “fascisti”.