Francia, Macron come Cingolani: termosifoni bassi e luci spente. “Tempo di austerity”
Il piano dell’Eliseo per risparmiare il 10% del consumo di energia: luci spente di sera, termosifoni bassi e acqua fredda negli uffici pubblici
Al buio e con l’acqua fredda per il caro-energia in Francia. “Tempo di austerity”. Il capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron, ha annunciato la stretta energetica insieme col ministro per la Transizione energetica, Agnés Pannier-Runacher. Il piano è superare l’inverno riducendo del 10% il consumo di energia per un risparmio di 800 milioni di euro. Come? Spegnendo le luci di sera, abbassando i termosifoni e togliendo l’acqua calda negli uffici pubblici. “La posta in gioco è uscire dai combustibili fossili per avere davvero a disposizione energia abbondante e a basso costo che non fa male al pianeta”, ha spiegato Pannier-Runacher, specificando che “la lotta non si fermerà a questo inverno”, ma che è “un lavoro che si svilupperà lungo tutto l’arco dei prossimi 30 anni”.
Francia, Macron come Cingolani: termosifoni bassi e luci spente. “Tempo di austerity”
La Cingolani francese guarda avanti. Ma il problema è oggi. E parte della soluzione, secondo lei, è proprio quella adottata dal ministro italiano: abbassare i termosifoni. “Il piano prevede trenta misure riguardanti quattro campi: edilizia pubblica, mobilità, acquisti responsabili e digitalizzazione ecoresponsabile”, ha affermato il ministro della Funzione pubblica, Stanislas Guerini, spiegando che “in futuro non torneremo indietro sui cambiamenti di comportamento che comporterà il piano” (quindi le luci resteranno spente, i termosifoni bassi e i dipendenti pubblici dovranno lavarsi le mani con l’acqua fredda fino a quando non ci sarà abbastanza fotovoltaico?).
Francia, Macron come Cingolani: termosifoni bassi e luci spente. “Tempo di austerity”
Il decreto entrato in vigore oggi, giovedì 6 ottobre, prevede che dall’1 alle 6 del mattino gli schermi adibiti agli spot pubblicitari nelle città francesi vengano spenti. L’unica eccezione riguarda le stazioni della metropolitana, quelle ferroviarie e gli aeroporti, probabilmente per assicurarsi che gli aerei atterrino sulla pista giusta. Una misura simile esiste già dal 2012, ma finora non ha interessato le città con più di 800mila abitanti, dove vigeva il regolamento pubblicitario locale ed è stata applicata male. Il ministero della Transizione energetica ha fatto presente che solo il 6% dei comuni francesi ha rispettato la normativa precedente. A proposito: i trasgressori delle nuove regole rischiano una sanzione fino a 1.500 euro contro i 750 euro previsti in precedenza. È il caro-multa per il caro-energia. Secondo l’Agenzia per l’ambiente e il controllo dell’energia (Ademe), uno schermo pubblicitario digitale di 2 metri quadrati consuma 2.049 kWh/anno, l’equivalente della spesa energetica media annua di una famiglia per la luce e l’uso degli elettrodomestici. E allora, fine della pubblicità.