Gas, Norvegia primo fornitore Ue con 60 miliardi di ricavi: “Price cap? No, grazie”

Ursula von Der Leyen ci ha provato, ma il premier norvegese, Jonas Gahr Store, ha rispedito al mittente la proposta di fissare un tetto sul prezzo del gas

La Norvegia è il miglior esempio dell’assurdità del price cap. Oslo, con 60 miliardi di ricavi e un aumento del 300% dei rifornimenti, è il primo fornitore di gas dell’Ue. Il Paese scandinavo, che non fa parte dell’Unione europea, continua a guadagnare. Perché mai dovrebbe essere favorevole a un tetto sul prezzo del metano? Il presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, ci ha provato lo stesso. E durante una telefonata col premier norvegese, Jonas Gahr Store, ha affrontato l’argomento. Gahr Store, come logica vuole, si è detto “scettico” sul price cap. Un modo elegante per dire “no, grazie”.

Gas, Norvegia primo fornitore Ue con 60 miliardi di ricavi: “Price cap? No, grazie”

Secondo gli ultimi dati dell’ufficio statistico norvegese, che fanno riferimento al mese di agosto, nei primi sette mesi dell’anno l’export di gas norvegese ha toccato un valore di 599,3 miliardi di corone, pari 60,1 miliardi di euro: un aumento del 303% rispetto allo stesso periodo del 2021. A luglio le esportazioni di metano hanno raggiunto il record di 13,26 miliardi di dollari (12,8 miliardi di euro), quattro volte superiori rispetto a luglio dello scorso anno, mentre il volume di gas venduto è aumentato solo del 5,7% a 10,2 miliardi di metri cubi. La Norvegia, inoltre, ha aumentato la produzione di gas naturale di almeno l’8% rispetto all’anno scorso.

Gas, Norvegia primo fornitore Ue con 60 miliardi di ricavi: “Price cap? No, grazie”

Le casse della Norvegia si arricchiscono dopo che l’Ue ha annunciato lo stop progressivo alle forniture in arrivo dalla Russia. Le sanzioni a Mosca le ha impartite Bruxelles. E ora Bruxelles parla di price cap col Paese che giustamente ha approfittato della situazione, triplicando i profitti energetici. Che risposta si aspettava von Der Leyen? Qualcosa come “sì, ovvio, siamo pronti a vendervi il gas al prezzo che fate voi?”. Uhm. Non funziona così. E Gahr Store, oggi, lunedì 12 settembre, l’ha detto chiaramente: “Siamo d’accordo ad avere un dialogo ancora più stretto con la Ue in futuro sulle varie proposte che sono sul tavolo . Ci avviciniamo alle discussioni con una mente aperta, ma siamo scettici su un prezzo massimo per il gas”. Tradotto: niente da fare.