Telefonata Macron-Putin, il francese: "Via le armi russe da Zaporizhzhia". La replica: "Kiev usa bombe occidentali sui civili"
Il Cremlino pone l’accento sugli "attacchi regolari ucraini all’impianto". Dall’Eliseo, invece, chiedono il ripristino della "sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina"
Lungo colloquio sull'asse Macron-Putin nella giornata di ieri domenica 11 settembre. Il presidente francese ha voluto contattare il capo del Cremlino per chiedergli di ritirare "le armi russe da Zaporizhzhia". Meno di un mese fa l'ultimo contatto telefonico tra i due. Il Capo del Cremlino ha inoltre parlato degli "attacchi regolari degli ucraini all’impianto, compresi gli stoccaggi di scorie radioattive", in quanto potrebbero avere "conseguenze catastrofiche".
Telefonata Macron-Putin, la versione dei due
Per Emmanuel Macron invece "l’occupazione russa è la causa dei rischi che pesano oggi sull’integrità della centrale" oltre a chiedere il ritiro delle armi pesanti e leggere russe dalla centrale nucleare. Per quest'ultimo è necessario "che venga avviato un negoziato e che siano ripristinate la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina". L'ultimo contatto tra i due leader di Russia e Francia verso metà agosto quando già allora la centrale di Zaporizhzhia era il tema principale, e si chiedeva un intervento da parte degli esperti dell'Aiea per monitorare la situazione.
Nel corso della telefonata, è stata espressa la volontà di avviare "una interazione non politicizzata" sull’impianto con il coinvolgimento ancora dell’Aiea. Putin avrebbe ribadito che vengano "esercitate pressioni su Kiev per far sì che interrompa immediatamente gli attacchi". Dall'Eliseo spiegano che la telefonata è volta a scongiurare "l'incubo nucleare".
Macron ha voluto fare il punto anche sull'esportazione di grano, chiedendo che l'accordo con Ucraina, Turchia e Onu venga rispettato e che i cereali vengano esportati a chi ne ha maggiore e più bisogno. Tema sanzioni: per il capo dell'Eliseo queste non si applicano a prodotti agricoli né a quelli indispensabili all'agricoltura. Responsabilità dunque dei partner internazionali, questa volta della Russia far sì che i paesi più esposti continuino a ricevere le derrate a loro necessarie.