Russia, morte Daria Dugina: gruppo armato rivendica l'attentato alla figlia di Dugin

L'attentato in cui è rimasta uccisa la figlia del filosofo russo è stato rivendicato da un gruppo che si definisce Esercito nazionale repubblicano

L'attentato in cui è rimasta uccisa Daria Dugina, figlia dell'ideologo nazionalista russo Aleksandr Dugin, è stato rivendicato da un gruppo che si definisce Esercito Repubblicano Nazionale (NRA). Lo ha riferito Ilja Ponomarev, ex deputato della Duma, spiegando che l'attacco "apre una nuova pagina nella resistenza russa al putinismo". Nel manifesto del gruppo dissidente il presidente Putin viene definito "un usurpatore del potere e un criminale di guerra che ha emendato la Costituzione, scatenato una guerra fratricida tra i popoli slavi e mandato i militari russi a una morte certa e insensata".

Russia, gruppo armato rivendica l'attentato alla figlia di Dugin

lya Ponomarev, che è stato espulso dalla Duma per "attività anti-Cremlino", ha dunque affermato che ci sarebbe la mano di un gruppo di partigiani russi dietro l'autobomba. Il dissidente, parlando da Kiev dove risiede, ha sostenuto che l'attentato sia stata opera dell'Esercito Repubblicano Nazionale (NRA). "Ieri sera si è verificato un evento importante vicino a Mosca. Questo attacco apre una nuova pagina nella resistenza russa al Putinismo. Nuova, ma non l'ultima", ha affermato l'ex parlamentare, che durante un programma televisivo ha letto quello che ha affermato essere un manifesto del gruppo partigiano in questione. Un documento in cui si definisce "Putin un usurpatore del potere e un criminale di guerra che ha emendato la Costituzione, scatenato una guerra fratricida tra i popoli slavi e mandato i soldati russi a una morte certa e insensata. E che sarà deposto". Nel documento la figlia di Dugin viene descritta come "obiettivo legittimo perché fedele compagna del padre, che sosteneva il genocidio in Ucraina". Secondo Ponomarev l'Nra sarebbe pronto a condurre ulteriori attacchi simili contro obiettivi di alto profilo collegati al Cremlino, inclusi funzionari, oligarchi e membri delle agenzie di sicurezza. L'ex deputato, l'unico a votare contro l'annessione della Crimea nel 2014 e bandito da Mosca, è diventato cittadino ucraino nel 2019. Da Kiev, dopo l'invasione dell'Ucraina, ha lanciato il programma televisivo February Morning in lingua russa per dar voce all'opposizione.