Kuleba: "Non mi fido di Putin": Blocco diplomatico per il grano

La questione dei corridoi per l'esportazione del grano non sembra avanzare, dopo la chiusura dello spazio aereo per la visita di Lavrov in Serbia, anche le dichiarazioni di Kuleba che dice di non fidarsi di Putin per la no fly zone su Odessa

Il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, un messaggio su Twitter ha detto di non fidarsi di Putin quando dice "che non utilizzerà le rotte commerciali per attaccare Odessa". L'accordo infatti era la costruzione di corridoi del grano guidati dall'Onu ed Ankara, per traghettare le merci alimentari al di fuori dei porti ucraini. Putin si è reso disponibile e ha promesso dinanzi a tutto il mondo di alzare le mani di fronte all'operazione, nonostante il rancore per le accuse di Ursula von der Leyen e di altri politici europei "di aver rubato il gran ucraino".

Kuleba: "Non possiamo fidarci di Putin"

In realtà le immagini satellitari legate al trasporto del grano sulle navi da guerra russe, non dà indicazione dell'appartenenza di quel grano e dunque non si può parlare di furto. Ma la mancanza di fiducia per Kuleba deriva dal fatto che "è lo stesso Putin che ha detto di al cancelliere tedesco Scholz ed al presidente francese Macron che non avrebbe attaccato l'Ucraina, giorni prima di lanciare un'invasione su vasta scala del nostro paese. Non possiamo fidarci di Putin, le sue parole sono vuote".

Ed è proprio sulla fiducia che si gioca la trattativa sulla guerra del grano, se pensiamo che Lavrov si è adirato per la chiusura dei cieli dovuta alla sua visita in Serbia. Non sono atteggiamenti che favoriscono il dialogo tantomeno che dimostrano volontà di cooperare diplomaticamente. Eppure ce ne sarebbe bisogno, perché nel frattempo in alcune zone d'Italia il pane è arrivato a 12 euro al chilo mentre il Nord Africa comincia a fare i conti con la carestia del grano. 

Zelensky e Johnson verso il riarmo

Zelensky inoltre dichiara di aver parlato con Johnson e di aver cercato di sbloccare i porti. Dalle sue dichiarazioni emerge anche un sostegno alla difesa rafforzato per l'Ucraina, che ha chiesto nuovamente aiuto.

La sensazione netta è che tutto porti alla prosecuzione del conflitto, del riarmo e che l'accordo per il grano sia in una situazione di stallo dovuto all'inerzia e alla diffidenza dei diplomatici su scala internazionale. Ad inasprire ulteriormente i toni sono state le ultime parole di Lavrov che accusa Cia e Gran Bretagna di essere presenti a Kiev da più di dieci anni con l'obiettivo di minacciare la Russia. Le parole sarebbero state proferite nel corso di un'intervista all'emittente televisiva e radiofonica serbo-bosniaca Radio Televizija Republike Srpske (Rtrs), poi riportata dal diplomatico russosul suo canale social. Lavrov ha inoltre sottolineato che l'Occidente, rifiutando le proposte e i compromessi della Russia, "hanno giustificato i peggiori timori secondo cui, in pratica, l'Ucraina stesse creando un punto d'appoggio per minacciare e frenare la Federazione Russa".