Guerra in Ucraina, parla l'ex ambasciatore Sergio Romano: "Sanzioni arma a doppio taglio"
Intervistato da La Verità l'ex ambasciatore italiano in Urss Sergio Romano esprime la sua posizione sulla guerra in Ucraina. Per il diplomatico Putin "ambisce a restituire alla Russia il prestigio di un tempo"
Sulla guerra in Ucraina interviene l'ex ambasciatore in Urss Sergio Romano, che in un'intervista concessa a La Verità esprime il proprio punto di vista sul futuro assetto geopolitico internazionale. Per il diplomatico, Vladimir Putin "ambisce a restituire alla Russia il prestigio di cui ha goduto fino al termine della Guerra Fredda" e che nonostante sia "un po' bruciato dall'opinione pubblica locale" resta un personaggio che ha "ancora delle carte da giocare".
Guerra in Ucraina, parla l'ex ambasciatore Sergio Romano
"Entrambi i fronti ritengono di poter ancora ottenere i propri obiettivi con un uso ragionato della forza" spiega Romano, rispondendo alla domanda sul perché non sia stato ancora disposto un cessate il fuoco. Sulla futura evoluzione del conflitto sarà fondamentale infatti l'apporto della diplomazia più che i confronti diretti tra i due presidenti, che resteranno "l'ultima tappa" del percorso: "Se i presidenti diventano gli unici protagonisti del dialogo, e non si mettono d'accordo, saremo molto più vicini a una degenerazione del conflitto piuttosto che a una sua risoluzione".
E qui entrano in gioco i mediatori internazionali, come la Turchia ma soprattutto Israele come ricorda l'ex ambasciatore: "In queste settimane si sono fatti avanti personaggi israeliani che hanno avuto rapporti con entrambi i paesi in guerra. I mediatori saranno utili solo nel momento in cui si riconoscerà loro un ruolo". Sulla possibile neutralità dell'Ucraina come via di fuga dalla guerra in corso poi, il diplomatico dichiara: "È senza dubbio l'opzione più ragionevole: un paese con un indipendenza totale purché non ricorra mai all'uso delle armi".
"La Cina non si legherà con nessuno"
Romano sembra invece essere più scettico per quanto riguarda le sanzioni contro la Russia: "Sono un'arma a doppio taglio, colpiscono l'avversario ma anche chi ne fa uso. I rapporti commerciali sono diventati globali, un paese non è mai completamente isolato". E in questo contesto si inserisce la presenza cinese, che per Romano però si limiterà al ruolo di semplice spettatrice della crisi: "La Cina è un paese saggio. La saggezza a volte suggerisce di restare a guardare", ribadendo inoltre che i cinesi "non si legheranno mani e piedi con nessuno. Hanno bisogno di conservare i loro margini di libertà".
Critica invece la posizione sull'allargamento dell'Ue ai paesi dell'ex Patto di Varsavia. Per il diplomatico infatti questi paesi "non hanno portato nulla all'Unione Europea. Il loro punto di riferimento, lo Stato con cui vogliono avere rapporti e a cui vogliono affidare parte della loro sovranità sono gli Stati Uniti. Pensano solo agli Usa, all'Ue si interessano solo fino a un certo punto. Non si comportano da europei, ma come stati satellite degli americani". Per quanto riguarda l'Ucraina, Romano ritiene che un suo futuro ingresso nell'Ue possa avvenire ma "non in questa fase".